Una distesa di acqua immensa e scura sotto un cielo grigio piombo.
Un lago incastonato in una fitta boscaglia di un colore verde intenso, quasi accecante.
Su un tratto di sponda, adagiato su una piccola penisola, un castello in rovina.
La location perfetta per dar vita ad una leggenda millenaria.
Benvenuti a casa di Nessie, il mostro di Loch Ness.
E se Nessie fosse in realtà un’anguilla gigante?
La credenza popolare e gli “avvistamenti” hanno fatto sì che Nessie fosse impressa nell’immaginario collettivo con le fattezze di un plesiosauro.
Il plesiosauro è un enorme rettile marino preistorico, contraddistinto da un collo ed una coda lunghissimi.
I recenti studi condotti dal gruppo di ricercatori neozelandesi dell’Università di Otago, sembrano destinati ad attribuire sembianze diverse al mostro di Loch Ness.
Il team ha condotto, per oltre un anno, studi sui campioni di DNA prelevati nel lago.
I rilevamenti sono stati effettuati in diversi punti e a diverse profondità, per un totale di oltre 250 campioni.
Neil Gemmell, genetista del team, commenta così i risultati ottenuti:
“Esiste un plesiosauro a Loch Ness? No. Non ci sono assolutamente prove di sequenze di rettili nei nostri campioni. Quindi penso che possiamo essere abbastanza sicuri che probabilmente non c’è un rettile squamoso gigante che nuota a Loch Ness”
Se esiste un mostro a Loch Ness, non ha di certo le sembianze che gli abbiamo sempre attribuito.
Gli studi effettuati, hanno inoltre evidenziato la presenza nel lago di oltre 3.000 specie diverse.
La spedizione ha però rilevato una consistente presenza di DNA di anguilla.
Interrogato sulla possibilità che il mostro di Loch Ness possa essere un’anguilla gigante, Gemmell ha risposto:
“Non sappiamo se il DNA di anguilla che stiamo rilevando provenga da un’anguilla gigantesca o solo da molte piccole anguille. Normalmente crescono fino a circa 4-6 piedi di lunghezza, ma alcune persone affermano di aver osservato organismi molto più grandi di così”
La scienza lascia dunque una seppur flebile speranza a chi vuole credere nell’esistenza di Nessie.
Il mostro tra avvistamenti e smentite
La prima testimonianza del mostro di Loch Ness, risale addirittura all’anno 566.
Un monaco irlandese, Adamanno di Iona, racconta nell’opera “Vita Sancti Columbae” il funerale di un abitante della zona in cui si trova il lago, assalito da una selvaggia bestia marina proveniente dalle acque del lago.
Nel corso dei secoli, fino al 1930, le testimonianze sugli avvistamenti sono troppo vaghe per essere considerate significative.
Uno degli avvistamenti più significativi è quello documentato da Hugh Gray nel 1933. Nella foto scattata da Gray, si vede una forma lunga e sinuosa solcare le acque del lago. L’immagine potrebbe far pensare, appunto, ad un’anguilla gigante.
L’avvistamento più famoso è senz’altro quello documentato da Robert Kenneth Wilson.
Lo scatto, noto come la foto del chiurgo, mostra una creatura dal collo allungato emergere dall’acqua. Intorno al suo corpo una serie di cerchi concentrici, che farebbero pensare al movimento delle zampe.
Lo scatto divenne presto oggetto di curiosità ed attenzione, tanto da essere pubblicato perfino sul Daily Mail.
La testimonianza fu smentita definitivamente un falso: il Loch Ness Center stabilì che si trattava di un sottomarino giocattolo al quale erano state attaccate una testa ed una coda.
Nel corso dei decenni si sono susseguiti numerosi avvistamenti, tutti ritenuti falsi per motivi diversi.
La cosa certa è che la leggenda ha creato nella cultura popolare (non solo scozzese) una forte suggestione e curiosità.
Il fascino del mostro di Loch Ness, richiama ogni anno oltre un milione di turisti da tutto il mondo.
Nonostante la scienza e la logica continuino a ribadire l’impossibilità dell’esistenza della creatura,
il nostro immaginario sembra non volersi arrendersi.
Come diceva Dylan Dog a proposito degli alieni “Non ci credo, ma ci spero”.
Luca Carnevale