Mostro di Firenze: ritrovato un proiettile dopo 33 anni

Mostro di Firenze

A 33 anni dalla notte tra il 7 e l’8 settembre 1985, data dell’ultimo omicidio del Mostro di Firenze, il ritrovamento di un proiettile potrebbe fare luce sul mistero. In un cuscino della tenda delle ultime vittime del Mostro, i carabinieri del Ros hanno infatti trovato un proiettile appartenente alla famigerata arma dei delitti.

Il proiettile è stato immediatamente sottoposto a test ed analisi i cui risultati non sono ancora stati resi noti.

Un mistero lungo cinquant’anni

Con il nome “Mostro di Firenze” si indica l’autore (o gli autori) di una serie di delitti avvenuti tra il 1968 e il 1985. E’ il più famoso serial killer italiano, seppure non il primo.

Nadine e Jean Michel sono gli ultimi protagonisti di un mistero che dura dal 1968, anno nel quale il Mostro colpì per la prima volta. Le prime vittime furono aggredite di notte, nei dintorni di Firenze, mentre erano in macchina, e vennero raggiunte dai colpi di una pistola Beretta. Poi, sei anni dopo, nel 1974, in quelle stesse zone avvenne un altro omicidio con modalità simili. Anche le nuove vittime erano state aggredite di notte, in macchina, ma in questo caso l’assassino non si era limitato ad utilizzare solo una pistola. Stefania Pettini era stata infatti solamente ferita dai proiettili, e successivamente era stata uccisa dalla lama di un coltello. Lo stesso coltello che, per la prima ma non ultima volta, era stato utilizzato per seviziare il cadavere della vittima di sesso femminile.

E’ pero negli anni ’80 che il Mostro comincia a fare veramente paura. Tra il giugno 1981 e il settembre 1985, una serie di delitti compiuti con lo stesso modus operandi di quello del 1974 sconvolsero il capoluogo toscano. Le dodici vittime (sei uomini e sei donne) si trovavano in luoghi appartati, erano state uccise con la stessa pistola e tutte le donne erano state seviziate come Stefania Pettini.

Un mostro o più mostri?

Dopo l’ultimo delitto, il Mostro di Firenze smise di uccidere, e le indagini proseguirono senza svolte importanti fino al 1991, quando una lettera anonima convinse gli inquirenti ad indagare su Pietro Pacciani. Presto l’indagine si allargò, e alla lista dei sospetti si aggiunsero altre due persone: Giancarlo Lotti e Mario Vanni, i cosidetti “compagni di merende“.  I “compagni” furono condannati per gli omicidi avvenuti dopo l’81, ma non per quelli precedenti. Pacciani fu condannato, poi fu assolto, ed infine morì nel 1998, dopo l’annullamento dell’assoluzione.

Nonostante il Mostro abbia cessato la sua attività criminale dopo l’omicidio del settembre 1985, egli ha continuato a far parlare di sé. Nel corso degli anni sono emerse nuove piste, nuovi particolari, e in epoca più recente, persino numerose bufale riguardanti inesistenti risoluzioni del caso.

Ad oggi, quindi, i delitti del Mostro di Firenze sono ancora avvolti nel mistero, ma le analisi sul proiettile ritrovato potrebbero fare perlomeno un po’ più di luce su questa oscura e macabra vicenda.

Francesco Cambilargiu

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