Alì, il fratellino di Omran, il bambino di Aleppo strappato alle macerie dei bombardamenti, e diventato simbolo di questa tragedia, non ce l’ha fatta. Ali aveva solo 11 anni. È morto e con lui sono morte speranze. A dare la triste notizia, sarebbe stato lo stesso fotografo che ha immortalato Omran, nella ormai celebre foto che ha fatto il giro del mondo, Mahmud Rislan. Morto così come sta morendo Aleppo da cinque anni in conflitto e sotto una pioggia di bombe. Il Cremlino si affretta a smentire “raid russi non prendono mai come obiettivo i civili. Uso cinico di alcuni media occidentali di questa tragedia”. Intanto sono già quasi 350 i civili morti nei bombardamenti, in solo tre settimane. Un olocausto. Le stime purtroppo sono al ribasso. Secondo l’osservatorio siriano per i diritti umani , quasi la metà di loro erano bambini. Secondo solo oggi sarebbero rimasti uccisi sei bambini. Secondo alcune fonti tutti della stessa famiglia. L’obiettivo, probabilmente, sarebbe stato un leader politico, che comunque non sarebbe stato in casa a quell’ora. A pagare dunque, ancora bambini innocenti. Parlando al meeting Cl a Rimini, l’inviato Onu, Staffan De Mistura, ha dichiarato : “Aleppo è il simbolo dell’orrore di questa interminabile guerra di 5 anni, una città che, prima dello scoppio del conflitto, era assolutamente meravigliosa, ricca di moschee e chiese di tutte le confessioni presenti nella regione. Oggi, invece, a parlare laggiù sono le bombe, i razzi, le bombole a gas, i cecchini e i mortai. Ci sono 300mila persone nella zona est, forse un milione e 600mila nella zona ovest. La zona est è assediata di fatto, perché la strada di Castello è bloccata da più di due settimane. Manca cibo, mancano medicinali e ci sono problemi di acqua, perché anche il carburante non è arrivato, noi stiamo lavorando per far tornare i convogli umanitari, dall’una e dall’altra parte”.
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