È morto Fabio Sartor, noto attore e figura storica del panorama teatrale e cinematografico italiano. Aveva 70 anni. La notizia è stata confermata con un messaggio di cordoglio diffuso dal Nuovo Imaie (Istituto Mutualistico Artisti Interpreti Esecutori) su Instagram: “Ciao Fabio, sei stato un attore di grande carisma che ha saputo muoversi tra teatro, televisione e cinema con naturalezza e professionalità. La tua presenza indelebile, il tuo essere profondamente veneto e il tuo spirito progettuale saranno ricordati da tutti“. Sartor non era solo un grande artista, ma anche un marito e un padre amato, il cui talento e calore umano mancheranno profondamente sia nel mondo dello spettacolo che nella vita quotidiana.
Gli inizi e la carriera teatrale: un interprete per i grandi registi
Fabio Sartor ha mosso i primi passi come attore nel teatro degli anni ’70, un periodo fecondo di sperimentazioni e nuove correnti artistiche. Nato in Veneto e cresciuto con una forte inclinazione per l’arte, Sartor si è distinto presto per la sua abilità interpretativa e la sua sensibilità verso ruoli complessi. La sua crescita artistica è stata arricchita dall’incontro con registi di grande rilievo, che lo hanno coinvolto in opere teatrali di grande intensità.
Giorgio Strehler, uno dei maestri indiscussi del teatro italiano, fu tra i primi a notare le potenzialità di Sartor, affidandogli ruoli di rilievo in diverse produzioni. Nel capolavoro Le baruffe chiozzotte, Strehler gli affidò uno dei ruoli chiave, attraverso cui Sartor poté esplorare e mostrare la sua capacità di immedesimarsi in personaggi complessi e fortemente caratterizzati. Questa collaborazione, che segnò l’inizio della sua carriera, fu seguita da altre con registi come Peter Stein e Luca Ronconi. Con quest’ultimo, Sartor ha lavorato in La commedia della seduzione, mentre con Stein partecipò alla messa in scena di Der Park, consolidando ulteriormente il suo ruolo di interprete versatile e rispettato.
La carriera cinematografica e le collaborazioni internazionali
Parallelamente alla carriera teatrale, Sartor seppe farsi strada anche nel cinema con un’impressionante serie di collaborazioni, che includono sia nomi di spicco del cinema italiano che importanti registi internazionali. Il grande pubblico ha potuto conoscerlo attraverso i suoi ruoli sul grande schermo in film che spaziano tra diversi generi e stili. Tra le pellicole italiane, ha lavorato sotto la direzione di Piero Schivazappa in La signora della notte, e in produzioni di registi acclamati come Gabriele Salvatores, in Nirvana, e Giuseppe Piccioni, in Fuori dal mondo.
Sartor riuscì inoltre a imporsi a livello internazionale, recitando in pellicole dirette da registi del calibro di Mel Gibson in La passione di Cristo, un’opera che richiese un’interpretazione di grande intensità. Sartor prese parte anche a Il ventre dell’architetto, diretto dal celebre regista britannico Peter Greenaway, un film che gli permise di confrontarsi con un’estetica fortemente stilizzata e con ruoli intrisi di significato simbolico. L’attore veneto collaborò inoltre con Pappi Corsicato per il film Chimera e con Florestano Vancini in E ridendo l’uccise, dimostrando un’invidiabile flessibilità che lo ha portato a esplorare ruoli drammatici e intensi, ricchi di spessore emotivo.
Il saluto del Nuovo Imaie e il ricordo dei colleghi
Alla notizia della sua scomparsa, il Nuovo Imaie, istituto di tutela degli artisti di cui Sartor faceva parte come consigliere per il settore audiovisivo, ha voluto dedicargli un messaggio di profonda stima e affetto. “Con la sua indiscussa professionalità,” si legge nel comunicato, “Fabio Sartor ha arricchito il teatro e il cinema italiano ed estero, portando con sé quel legame intimo e personale che lo univa alle sue radici venete.” Sartor viene ricordato come un uomo pieno di progetti, sempre pronto a nuove iniziative, e con un’ironia naturale che ne faceva una presenza carismatica e stimata da tutti.
Anche i colleghi e amici hanno voluto esprimere il loro cordoglio, ricordando Sartor non solo come un professionista ma come un amico autentico, che portava allegria e calore sul set e sul palco. Le testimonianze degli artisti che hanno avuto la fortuna di lavorare al suo fianco sono unanimi nel riconoscergli un talento naturale, che andava oltre la mera interpretazione per trasformarsi in un’esperienza umana autentica e coinvolgente.
Un’eredità artistica tra teatro, cinema e collaborazioni prestigiose
Fabio Sartor ha lasciato un segno indelebile non solo per le sue interpretazioni ma anche per il suo modo di vivere il mestiere dell’attore, che considerava una vocazione, un mezzo per raccontare storie e dare voce ai sentimenti più profondi. Ha lavorato anche con artisti fuori dal mondo del teatro e del cinema tradizionale, tra cui il famoso regista Wim Wenders e la coreografa Pina Bausch. La sua capacità di adattarsi e di contribuire alla realizzazione di progetti di varia natura lo ha portato a collaborare anche con il fotografo Franco Fontana, in esperienze che arricchivano e completavano il suo percorso artistico.
L’impegno e il futuro del cinema italiano senza Fabio Sartor
L’addio a Fabio Sartor lascia un vuoto non solo tra colleghi e amici, ma anche nel panorama culturale italiano, che perde un artista versatile e sempre in cerca di nuovi significati da comunicare. Sartor, nella sua carriera, ha rappresentato un esempio di dedizione e passione che lo rendeva non solo un attore, ma un simbolo della continuità artistica e dell’amore per il mestiere. La sua figura rappresenta un esempio per le nuove generazioni, un incoraggiamento a credere nella bellezza dell’arte, a dedicarsi senza riserve alle proprie passioni e a non dimenticare mai le proprie origini.
La sua scomparsa lascia una profonda tristezza tra i tanti che lo hanno conosciuto e apprezzato, ma anche la certezza che il suo contributo al mondo dell’arte resterà vivo per sempre, nei ricordi e nel cuore di chi ha amato i suoi lavori.