Non era drogato e nemmeno ubriaco Ara Zobayan, quando la mattina del 26 gennaio scorso si è messo alla guida dell’elicottero che trasportava Kobe Bryant, la figlia Gianna e altre sei persone, tutte morte, insieme al pilota stesso, nell’impatto del velivolo su una collina a circa 50 chilometri da Los Angeles.
È quanto emerso dall’autopsia eseguita dal medico legale della contea californiana sul cinquantenne di origini armene. Nessuna traccia di cocaina, eroina, marijuana o oppioidi è stata trovata nel suo corpo.
MORTI SUL COLPO
Non ci sarebbero perciò sue dirette responsabilità nell’incidente, avvenuto poco prima delle 10 del mattino, ora locale. L’elicottero era decollato intorno alle 9 per accompagnare Gianna, la figlia di Kobe che stava seguendo le sue orme nel mondo del basket, a giocare una partita in un torneo alla Mamba Academy, l’accademia sportiva fondata dallo stesso Bryant nel 2016 per allenare le giovani promesse.
Ma quel giorno nella zona c’era una nebbia molto fitta che ha probabilmente causato la tragedia. In base all’esame dei corpi di tutte le persone a bordo, la morte sarebbe avvenuta sul colpo a causa di uno schianto a quasi 300 chilometri orari. Ci sono voluti dei giorni per identificare le vittime, anche perché dopo l’impatto al suolo l’elicottero ha anche preso fuoco.
LE ALTRE VITTIME
Oltre a Kobe, Gianna Bryant e Ara Zobayan, nell’incidente hanno perso la vita John Altobelli, coach dell’Orange Coast College, sua moglie Keri e la loro figlia Alyssa, compagna di Gianna alla Mamba Academy, Christina Mauser, assistente allenatrice alla Harbour Day School, Sarah e Payton Chester, madre e figlia di Orange County.
COLPA DELLA NEBBIA
Stando così le cose, la causa principale dell’incidente resta proprio la scarsa visibilità della zona. Zobayan, per cercare condizioni migliori, avrebbe girato in tondo per almeno 15 minuti, prima di dirigersi verso la collina dello schianto. Ma per avere una parola definitiva sula morte di Kobe Bryant bisognerà ancora attendere. Fbi e National Transportation Safety Board stanno ancora indagando. Al momento tuttavia risulta esclusa anche l’ipotesi di un guasto tecnico al mezzo, un Sikorsky s-76 B.
DINO CARDARELLI