La morte di Al Baghdadi è stata confermata durante la conferenza stampa di Trump. Tuttavia, esistono molti dubbi circa la morte in cui molti dettagli non combaciano.
Troppi buchi nel racconto riguardo il blitz ma soprattutto riguardo l’esplosione. È così che sono nati i dubbi sulla conferenza stampa del Presidente Donald Trump a riguardo della morte di Al Baghdadi, l’ex numero uno dell’Isis ricercato dal 2011. Secondo quanto riportato dal “New York Times”, il leader, morto il 27 ottobre, sarebbe stato tradito da una delle sue mogli, catturata durante l’estate con un corriere.
La donna, durante le ore d’interrogatorio, avrebbe alla fine rivelato il nascondiglio di Abu Bakr al-Baghdadi Baghdadi, situato nella regione di Idlib, città della Siria nord-occidentale, situata vicino al confine con la Turchia. Così, dopo numerose ricerche, nei giorni scorsi è seguito il blitz Usa per scovare il capo della cellula islamica più temuta negli ultimi tempi. Mentre continuava a girare la notizia, la conferma è ufficializzata sia dalle forze militari che dallo stesso presidente americano nel suo discorso alla nazione.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 27 ottobre 2019
Durante la conferenza stampa, Trump ha così descritto gli ultimi attimi di vita del temuto leader.
Il discorso di Trump
Il presidente ha affermato d’aver visto l’operazione in diretta, tramite le telecamere sugli elmetti dei combattenti, spiegando come i militari abbiano accerchiato l’edificio (simile ad un bunker) in cui si era nascosto, evitando però l’entrata principale per la certezza di esplosivi attorno alla porta. Le sparatorie sono durate alcune ore. Il leader, una volta braccato, ha cercato di nascondersi in un tunnel, un vicolo cieco, piangendo e urlando. Nel covo anche due mogli, provviste di giubbotto esplosivo, morte durante le sparatorie. Dopo qualche momento, si è ucciso facendosi saltare in aria assieme a tre dei suoi figli piccoli che erano con lui.
La conferma della sua morte è arrivata dopo alcuni test del Dna. Prima della morte, una fonte sotto copertura, avrebbe trafugato alcuni abiti della sua biancheria intima. Gli indumenti sono serviti per il test del DNA per avere la certezza dell’identità del Califfo. Lo ha detto un consigliere delle forze democratiche siriane (SDF), un’alleanza dominata dalle milizie curde YPG (Unità di Difesa del Popolo), come ha riportato la Reuters. Alla fine, i resti dell’uomo, proprio come quelli di Osama Bin Laden, sono finiti in mare.
Incongruenze nella storia (“cinematografica”) di Trump
Eppure, in molti dubitano del discorso del presidente, trovando delle chiavi che non corrispondono. Prima tra tutti il dettaglio del leader che si nasconde “piangendo e urlando”. Secondo il “New York Times”, infatti, le immagini alle quali hanno assistito Trump e i suoi collaboratori nella “situation room” erano senza audio. Non solo, di Baghdadi braccato nel tunnel il presidente americano non ha potuto nemmeno vedere le immagini in diretta. Le ultime riprese delle telecamere degli elmetti dei soldati americani, inoltre, sono state visionate postume. Consegnati a Trump soltanto dopo la conferenza stampa.
I dubbi sulle ultime notizie sono condivisi da molte testate oltre oceano e non solo, anche dal “The Guardian”. Durante la conferenza stampa svolta dal capo di stato maggiore interforze Usa Mark Milley, molte le domande che possiamo definire scomode. Su una domanda specifica della “Abc” sul racconto cinematografico di Trump sulla morte diAl Baghdadi, il capo del Pentagono Mark Esper ha provato a esitare dicendo di essere allo scuro di certi particolari e di credere che il presidente abbia parlato con chi di dovere per farsi dare tutte le informazioni. Inoltre, l’esponente militare, ha concluso spiegando come nei prossimi giorni saranno diffuse immagini del video del raid contro al Baghdadi, dopo il processo di declassificazione.
Anna Porcari