Ancora tragici aggiornamenti da Aleppo, in Siria: cinque ospedali sono stati bombardati, le vittime finora contate sono due neonati.
Il volto di Aleppo, in Siria, segnato da una smorfia di dolore, è sicuramente quello di un bambino: già avvenuti, purtroppo, altri bombardamenti sugli ospedali pediatrici; ad aprile un altro bombardamento aveva ucciso l’ultimo dei pediatri rimasti, ancora prima, a febbraio, un attacco ha fatto strage di 50 bambini tra macerie di scuole e ospedali. Quest’ultimo è stato denunciato dall’Associazione dei Medici Indipendenti (IDA) e descritti come “attacchi intenzionali”.
Scuole, ospedali pediatrici, bambini e ragazzi. Tutto ciò che ha in serbo il futuro è sotto la minaccia di bombe. Questa è una guerra che ha il suono di un grido spezzato di aiuto ed è straziante vedere quanto la sordità sia sempre più spessa del muro di dolore.
È siriana la bambina ritratta nella foto di Omar Sagirli che l’anno scorso ha fatto il giro del web e che ancora rimane il volto di tutta questa distruzione: una piccola bimba alza le mani in segno di resa davanti alla fotocamera, scambiandola per un fucile. I pugni chiusi, la faccia triste e rassegnata, la paura più grande dell’umanità in un corpo di soli 4 anni: quella di morire. Il dono più terrificante che potessimo regalarle.
I due sventurati piccoli umani che oggi hanno perso la vita probabilmente non se ne sono nemmeno resi conto, è stato tolto loro tutto il tempo.
Ma chi invece il tempo l’ha rubato, se ne rende conto eccome.
Anche la nostra abitudine a tutto questo.
Gea Di Bella