Monumento a Sandro Pertini: “In levare” per elevare

Il 2 Giugno 2021 viene eretto a Savona il monumento alla memoria di Sandro Pertini: 6 metri di altezza, 6 tonnellate di peso, 6 frasi iconiche. La stele in acciaio di Gianni Lucchesi riapre il dialogo fra il presidente e la sua Savona.

Ad elevarsi nitida e tagliente in mezzo al cielo di Savona non è il mezzobusto di uno degli uomini più rappresentativi della storia italiana, ma il più potente dei suoi strumenti: la parola.  Savona, patria dell’ex presidente della repubblica, sceglie una strada efficace ma innovativa per celebrare i 120 anni dalla nascita di Sandro Pertini. Consapevole di discostarsi dai tracciati più iconografici che prevedono la tradizionale elevazione di una statua raffigurante le fattezze dei personaggi storici, Savona sceglie una via diversa. La sfida intrapresa prevede un processo minimalista in cui la scultura si attua per sottrazione, “in levare”, ottenendo una riduzione della realtà alle strutture più essenziali.

Restituire valore alla parola di Sandro Pertini

L’opera ideata e realizzata da Gianni Lucchesi, l’artista pisano vincitore del bando di gara indetto dalla Società San Paolo in accordo con il Comune di Savona, si orienta verso la misura della riduzione per rispondere alla necessità di restituire valore al pensiero di un uomo che tanto si spese per il trionfo delle idee.

Sandro Pertini

Sandro Pertini, presidente amatissimo dagli italiani, era infatti un uomo incisivo ma schivo, autorevole ma riservato, didascalico ma chiaro, che amava comunicare con semplicità. Pertini non amava affatto essere raffigurato, da ciò ne consegue di evitare la commemorazione statuaria, ma desiderava certamente consegnare un messaggio a chi lo ascoltava.

non hanno bisogno di prediche: i giovani hanno bisogno, da parte degli anziani, di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo

Restio alla retorica, era soprattutto ai giovani che rivolgeva le parole più accorate e a cui va la sua più grande eredità, incarnata dalle sue dichiarazioni, ma ancora prima confermate dai fatti. Pertini era infatti uomo di pensiero, ma ancor prima d’azione e rappresenta uno dei più fulgidi esempi di coerenza morale e onestà che ebbe modo di dimostrare nelle vesti di uomo, politico, pensatore e partigiano.

Sandro Pertini: il pensiero reso plastico dall’azione

Il suo pensiero, etereo nella sua purezza, veniva reso plastico dalla concretezza del suo agire, proprio come Gianni Lucchesi riesce a rendere plastica la durezza della materia su cui si adopra. La scelta del materiale non potrebbe infatti essere più congeniale. L’acciaio, potente, massiccio, inamovibile e perfettamente rappresentativo della fermezza e della tempra morale di Sandro Pertini, viene lavorato con un ricamo certosino che intaglia frasi e parole chiave nella parte superiore della lamiera. La lastra viene lavorata tutta d’un pezzo, come tutto d’un pezzo era il carattere del presidente. Ci riconsegna alla memoria le sue frasi più simboliche, scelte dall’autore dopo un lungo ma appassionante lavoro di studio sui materiali che documentano la vita e il pensiero di Pertini.

Cultura, coscienza, dignità, democrazia, idea, uomo: l’ossatura del credo politico di Pertini, l’ossatura dello scheletro del monumento. L’acciaio, durevole, resistente e imperituro viene dunque lavorato a traforo ottenendo così una riduzione ai minimi termini. L’opera si accosta chiaramente alla corrente minimalista e attiva un processo di liberazione della materia e del pensiero che ci permette di giungere all’idea pura, al messaggio sincero, al capolavoro.

Monumento a Sandro Pertini : arte pubblica in dialogo con lo spazio urbano

Gianni Lucchesi riconsegna alla città di Savona la memoria di un Pertini che non dimenticò mai il forte legame con la città. Ancora oggi infatti le parla, la ammonisce, la consiglia proprio come si fa con le persone care. Una sorta di abbecedario monumentale con il quale i bambini, la comunità intera, possano esercitarsi a leggere e riscrivere il vivere civile attraverso le sue parole. Un messaggio incisivo, ma soprattutto vivo e attuale, che riesce perfettamente nell’intento di dialogare con una città del terzo millennio. Una perfetta dimostrazione della capacità dell’arte pubblica di sintonizzarsi con il progetto di riqualificazione urbana per cui è pensata la sua collocazione.

La scultura stilizzata ed essenziale si fonde alla perfezione con l’architettura circostante, dominata dall’Ex Ospedale San Paolo, edificio civile ottocentesco tra i più grandi del Regno di Sardegna. L’edificio, un grande fuori scala compatto che interseca l’asse viario principale di Savona, rappresenta il perno della matrice della città ottocentesca ed è evidente come orienti ancora oggi le geometrie del tessuto urbano. Oltre alle geometrie, il San Paolo ha la facoltà di orientare persino messaggi. È pregnante, lungo il corpo di tutto l’edificio, la presenza di iscrizioni: scritte murali a tinta nera per indicare ingressi dell’ospedale, lettere di ghisa, l’incisione “Cultura = Capitale” su intonaco del 2019, le scritte clandestine che inneggiano agli eroi antifascisti. Parole antiche trovano eco nelle nuove parole realizzate da Gianni Lucchesi, intrecciate in un dialogo mirato a raccontare la medesima storia.

In memoria di Sandro Pertini: il progetto

“In levare” in esposizione alla Galleria GULLIarte

Successivamente alla realizzazione del progetto monumentale prendono vita due operazioni –  la mostra progettata da Hangar srls con allestimento di Julia Caracciolo al Museo Pertini Cuneo (Fortezza Priamar) e l’esposizione – intitolata “In levare” – delle scorie di estrazione ottenute dalla lavorazione scultorea ospitate presso la Galleria GULLIarte. Iniziative distinte e “figlie” della scultura che però collaborano al medesimo progetto e ne condividono la cifra stilistica della riduzione, del levare di michelangiolesca memoria.

 …Io intendo scultura, quella che si fa per forza di levare…

(Michelangelo)

L’artista immortalato durante la lavorazione

A questo straordinario trittico creativo, coordinato dalla sapiente curatela di Carlo Alberto Arzelà, non può mancare l’erede finale: il catalogo. Il libro, edito grazie alla maestria e la professionalità della tipografia Bandecchi & Vivaldi, riesce a fondere l’impronta documentaria degli interventi degli attori coinvolti, con la magia evocativa delle splendide immagini di Giampaolo Antoni. Il fotografo ha saputo catturare e immortalare anch’esso l’essenza racchiusa nell’ispirazione, nella passione, nella creazione che prendeva corpo tra i protagonisti di quest’avventura.

Serena Oliveri

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