Giorni movimentati per il Parlamento dello Stato del Montana, negli USA, che deve discute leggi importanti, come quella sui transgender e quella sul’aborto, con la prima che ha generato diverse proteste
Lo Stato del Montana, a nord-ovest degli Stati Uniti, è saltato sulle prime pagine dei giornali americani a causa di qualche particolare legge riguardo i transgender. Tali leggi hanno creato non poche agitazioni.
Le proposte di legge
Le proposte nell’occhio del ciclone sono due, entrambe riguardanti la questione della transessualità e dei diritti connessi a questa scelta di vita, spesso derivante da una disforia di genere.
Il Parlamento del Montana mise al vaglio una prima proposta di legge contro i transgender sulla questione del cambio di sesso nei minori di 18 anni. Nello specifico, si voleva vietare ai medici di iniziare trattamenti di questo tipo su soggetti minorenni, anche con il consenso dei genitori.
Sebbene da un punto di vista italiano ed europeo la mozione possa sembrare ragionevole, ci sono due questioni sulle quali soffermarci: la società americana e l’incongruenza di genere.
Nella società americana, infatti, i ragazzi si responsabilizzano molto prima. Non è un caso, ad esempio, che il tasso di parti nel periodo adolescenziale sia di 58 ogni 1000, a fronte di una media europea di 25/1000.
Inoltre, bisogna considerare il fatto che alla base del processo che porta al cambio di sesso si ha una incongruenza di genere riconosciuta da uno psicologo. Ciò significa che la tua mente non si sente a suo agio nel corpo che occupa.
Questa condizione può causare diverse sofferenze nei giovani ed è inoltre la riprova che il cambio di genere sia la scelta giusta. E’ stato provato, inoltre, che ciò si verifica già in età adolescenziale.
Sempre nel Montana, la seconda proposta di legge prevedeva che le donne transgender non avrebbero potuto competere a livello sportivo con donne cis. La giustificazione è un presunto vantaggio riconosciuto alle donne trans.
Nel sospendere i commenti per una proposta tanto indecente bisogna aggiungere che veniva suggerito anche di non far condividere lo stesso spogliatoio a donne cis e trans.
Il Montana protesta contro la legge anti transgender
Naturalmente, l’approvazione di proposte di legge tanto discriminatorie ha scatenato le reazioni di diverse associazioni volte alla tutela dei giovani, nonché di associazioni attive sul piano della comunità LBTQ+.
Anche la American Civil Liberties Union, nella persona di Chase Stangio, è scesa in campo per arginare proposte di leggi tanto indecenti. L’Associazione ha minacciato di procedere con una causa.
L’azione dell’ACLU si basa sull’interpretazione del presidente Joe Biden del titolo IX dell’ Education Amendment del 1972. Questo emendamento vietava atteggiamenti discriminatori basati sul sesso da parte di scuole finanziate pubblicamente, ossia la maggior parte delle scuole.
Biden ha, infatti, rilasciato un ordine esecutivo in cui spiegava che venivano considerate discriminazioni basate sul sesso anche quelle che riguardavano la comunità LGBTQ. Nel seguente ordine specifica proprio che i ragazzi non debbano sentirsi esclusi da spogliatoi, bagni o sport.
Dopo le accese proteste, la proposta di legge riguardo il cambio di sesso tra i ragazzi minorenni è stata bocciata in terza lettura. I rappresentanti repubblicani che hanno cambiato il loro parere dopo essersi confrontati con le famiglie dei ragazzi transgender sono stati molti.
Il parlamento ha però approvato in terza lettura la proposta riguardo lo sport nelle scuole. Presto arriverà al Senato, per poi giungere al governatore Greg Gianfonte, protagonista di altre leggi anti-trans in passato.
Corsi e ricorsi storici
Purtroppo, nel Montana (come nel resto degli USA), la legge anti transgender non è una novità. Già in Idaho, nel corso dello scorso anno, erano banditi gli atleti transgender dalle competizioni sportive. Fortunatamente la corte federale respinse tale scempio.
Tuttavia, Stati come il North Dakota, l’Iowa e il Texas starebbero considerando leggi simili a quelle discusse in Montana. Mentre nel South Dakota si sta cercando di rendere molto difficile il cambio di sesso sulla carta d’identità.
Il repubblicano Greg Steube, rappresentante della Florida alla Camera dei Rappresentanti, avrebbe messo sul tavolo una proposta di legge quantomeno agghiacciante.
Secondo la sua proposta, gli organi che regolano l’attività sportiva scolastica dovrebbero bandire le donne transgender dagli sport, poiché avrebbe valore soltanto ciò che troviamo scritto sul certificato di nascita.
Secondo il repubblicano, il sesso è basato soltanto sugli organi riproduttivi presenti alla nascita.
Tale proposta d’altronde non è molto distante da quanto messo in atto da Donald Trump nel 2020. Nel processo di cancellazione del famosissimo Obamacare, il tycoon ha annullato il provvedimento riguardo la discriminazione delle persone transgender.
Barack Obama aveva infatti vietato agli ospedali di opporsi a pratiche riguardanti il cambio di sesso nel caso in cui avessero avuto la possibilità di attuarle. Questo perché l’amministrazione Obama considerava la sessualità come “il personale senso interno di genere”.
Il fatto che ogni giorno leggi del genere sono approvate in quella che si professa la nazione più evoluta del mondo deve farci riflettere.
L’avanguardia economica non significa nulla se i problemi veri sono a livello sociale.
In un mondo che va verso l’inclusione, l’amministrazione Trump (e i repubblicani in genere) è stata una vera e propria piaga. L’unica speranza condivisa è che gli strascichi di questo scempio spariscano presto.
Thomas Marzioni