Dall’ex area Cirio alla “Versilia incompiuta”
L’immigrazione bulgara a Mondragone
Dal momento in cui furono collocati gli sfollati delle zone flegree, iniziò il decadimento della zona e si perse l’appeal turistico. In questa situazione, molti residenti dell’hinterland napoletano ne approfittarono e iniziarono ad occupare e acquistare gli appartamenti rimasti liberi a dei costi davvero irrisori.
Successivamente, negli anni 2000, ci fu anche strana immigrazione di massa di persone di cittadinanza bulgara. In un primo momento, questi movimenti migratori furono sottovalutati, in quanto i bulgari come cittadini europei non dovevano attuare nessuna trafila burocratica. La maggior parte di loro si è insediata proprio nell’area ex Cirio trovava lavoro nei campi agricoli della zona per la raccolta dei pomodori, fagioli e frutta.
Il sovraffollamento della zona ex Cirio
A differenza di quanto si possa pensare e dire, non c’è stata nessuna occupazione abusiva da parte di questa cittadini dell’Europa dell’Est. Infatti, negli appartamenti dei palazzi ex Cirio i proprietari sono italiani e affittano ai bulgari con contratto regolare e registrato, ma allo stesso tempo Mondragone è diventato il centro di tutti i braccianti. Tutto ciò però ha causato un sovraffollamento abitativo in questi palazzi e in un appartamento in cui risultavano quattro persone, in realtà ne vivevano 20 in condizioni precarie.
A creare questa situazione è stato il capolarato, una forma illegale di reclutamento della mano d’opera attraverso i caporali, che assumono per breve periodo operai senza rispettare le regole di assunzione e i diritti dei lavoratori.
Infatti, entrando nello specifico della situazione, alcuni imprenditori agricoli che hanno bisogno di manodopera a basso costo, contattano i proprietari italiani degli appartamenti. Questi imprenditori si offrono di pagare l’affitto per tre, quattro persone di nazionalità bulgara. L’accordo tacito è che all’interno, ci vivranno il triplo, forse il quadruplo dei braccianti. In poche parole, i bulgari ricevono un luogo dove dormire e una ventina di euro al giorno per lavorare dieci ore nei campi.
Dopo la visita di Salvini resterà il problema del disagio sociale
Dunque, in un’area completamente abbandonata dalla politica si sono stabilite persone che non hanno nella propria cultura, l’idea di risiedere stabilmente in un luogo. In tutta questa situazione fuori controllo, si registrano diversi episodi di violenza tra mondragonesi e bulgari. Questi problemi sono il frutto della mancanza delle istituzioni della zona. Infatti, esse hanno permesso la nascita di un vero e proprio ghetto nel cuore della città.
Il focolaio di Covid-19 sta rientrando, ma la preoccupazioni principale e che dopo la visita di Salvini resterà forte questo disagio sociale.
Sicuramente esistono le condizioni per rilanciare Mondragone, ma ovviamente la sua rinascita è legata principalmente alla soluzione dei problemi tra mondragonesi e bulgari. Infatti, solo se questo odio sociale riuscirà a diventare collaborazione tra le comunità, allora il litorale Domizio e la città di Mondragone potranno tornare a sognare di diventare la “Versilia campana”.
MARIO RUGGIERO