Il fenomeno delle molestie sessuali sul lavoro in Svizzera è un tema sempre più urgente e preoccupante. Recentemente, uno studio condotto dall’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo e dalla Segreteria di Stato dell’economia ha rivelato dati allarmanti, secondo cui almeno un terzo del personale dipendente ha subito molestie sessuali nel corso della propria attività lavorativa. Un numero significativo che richiama l’attenzione sul bisogno di misure più efficaci per prevenire e contrastare tale fenomeno.
I gruppi più vulnerabili: donne, giovani e persone in formazione
Dallo studio emerge chiaramente che i soggetti più vulnerabili sono le donne, in particolare quelle di età compresa tra i 16 e i 25 anni, e i lavoratori giovani o in formazione. I dati sono inquietanti: un terzo delle donne di questa fascia di età ha dichiarato di aver subito molestie sessuali sul posto di lavoro nell’ultimo anno. Rispetto alla popolazione maschile, che ha registrato una percentuale significativamente inferiore di vittime, il rischio per le donne risulta particolarmente elevato, anche a causa delle dinamiche di potere e delle discriminazioni di genere ancora prevalenti in molti ambienti professionali.
Le molestie sessuali non riguardano solo i comportamenti palesemente offensivi, come avances fisiche o aggressioni sessuali, ma anche comportamenti più sottili ma altrettanto dannosi, come commenti sessisti, battute volgari, gesti osceni e messaggi dispregiativi. Un’ampia gamma di atti che, pur nella loro varietà, hanno un impatto devastante sulle vittime, minando la loro dignità e il loro benessere psicologico. Tali atti vengono spesso perpetrati da colleghi dello stesso livello gerarchico o, nel caso delle donne, da superiori.
I settori più esposti e la questione del livello gerarchico
Particolare attenzione va riservata ai settori lavorativi dove le molestie sessuali sono più diffuse. Secondo il report, i settori con il maggior numero di casi includono il settore alberghiero e della ristorazione, il settore bancario e il settore sanitario. Questi ambienti, in cui vi è un frequente contatto con la clientela o con il pubblico, si rivelano particolarmente vulnerabili a episodi di abuso di potere e discriminazione di genere.
In questi ambiti, le molestie sono spesso perpetrate da uomini che occupano lo stesso livello gerarchico delle vittime, ma nel caso delle lavoratrici, le aggressioni tendono a provenire anche da superiori. Questo dato sottolinea l’importanza del contesto organizzativo e della cultura aziendale nel favorire o meno comportamenti inappropriati. La gerarchia gioca un ruolo fondamentale nel plasmare la percezione e la gestione delle molestie sessuali: laddove c’è un forte sbilanciamento di potere, come nelle strutture con dirigenti maschili e subalterni femminili, aumenta il rischio che le molestie vengano tollerate o addirittura ignorate.
L’incapacità di prevenzione e la lacuna normativa
Uno degli aspetti più preoccupanti emersi dallo studio riguarda le misure preventive messe in atto dalle aziende. Nonostante le normative in vigore, che impongono ai datori di lavoro di adottare misure specifiche per prevenire le molestie sessuali, un’azienda su cinque non adotta alcuna politica di prevenzione. Questo dato dimostra una profonda lacuna nelle pratiche aziendali, con molte imprese che non riescono a fornire un ambiente sicuro e rispettoso per i propri dipendenti.
Anche se la maggior parte dei datori di lavoro dichiara di prendere sul serio il problema, lo studio ha rivelato che esistono notevoli carenze nella conoscenza del quadro giuridico riguardo le molestie sessuali. Questo non solo tra i datori di lavoro, ma anche tra i dipendenti. La legge federale sulla parità dei sessi (LPar) e la legge sul lavoro stabiliscono chiaramente gli obblighi degli imprenditori, ma il gap tra la teoria e la pratica rimane ampio. Le aziende non sempre riescono a tradurre in azioni concrete le prescrizioni normative, lasciando spesso le vittime di molestie sessuali senza un supporto adeguato.
Il quadro giuridico: diritti e difficoltà di applicazione
A livello giuridico, la Svizzera ha compiuto significativi progressi nel riconoscere e contrastare le molestie sessuali sul posto di lavoro. La legge federale sulla parità dei sessi (LPar) vieta esplicitamente qualsiasi tipo di discriminazione basata sul genere, comprese le molestie sessuali. Tuttavia, la legge stessa riconosce che la percezione di ciò che costituisce molestia può variare da persona a persona. Questo aspetto introduce una difficoltà di applicazione della normativa, in quanto la soggettività delle esperienze di molestie rende complicato stabilire confini chiari e inequivocabili.
Inoltre, l’informazione e la formazione rimangono elementi chiave per contrastare efficacemente il fenomeno. Nonostante le leggi esistenti, la prevenzione risulta spesso insufficiente, sia per mancanza di consapevolezza tra i lavoratori che per l’assenza di politiche attive da parte delle aziende. È fondamentale che le organizzazioni abbiano una visione chiara e un piano di intervento per promuovere una cultura aziendale che non tolleri le molestie di alcun tipo.
La strada da percorrere
Il fenomeno delle molestie sessuali sul lavoro in Svizzera è un problema serio e diffuso che non può essere ignorato. È necessario che le aziende adottino politiche di prevenzione e sensibilizzazione per garantire ambienti di lavoro sani e rispettosi. L’implementazione di meccanismi di supporto per le vittime e la formazione continua per i dipendenti e i datori di lavoro sono passi imprescindibili per combattere efficacemente questo fenomeno. L’uguaglianza di genere e il rispetto dei diritti fondamentali sono la base per costruire una società e un mondo del lavoro più giusti e sicuri per tutti.