È sulla scia del caso Weinstein che Bjork racconta di aver subito molestie con un post su Facebook. L’artista non fa il nome della persona interessata ma tutto appare comunque abbastanza chiaro. Si tratta infatti dell’unico regista danese con il quale Bjork abbia mai lavorato: Lars von Trier. Il film in questione è Dancer in the Dark (2000). “È stato subito chiaro quando sono diventata attrice che le umiliazioni e le molestie subite da un regista in quell’ambiente erano la norma, incoraggiate e sostenute da dozzine di membri della troupe” ha scritto nel suo post e “quando – continua – io invece ho reagito, più volte, il regista si è indispettito e mi ha punito, creando una rete di impressioni negative nei miei confronti, alimentando negli altri l’idea che ero io quella dal carattere difficile”.
Conclusione
Bjork, con grande puntualità, ammette che la sua opposizione alle molestie ha potuto aver luogo anche in quanto non sperava, né sognava, una carriera nel cinema, avendo già raggiunto le vette in quella musicale. La cantante conclude il suo post con un auspicio “Speriamo che questa dichiarazione sostenga le attrici e gli attori in tutto il mondo”. Fermiamo tutto questo. C’è un’ondata di cambiamento nel mondo. Gentilezza”.
Le voci
Manco a dirlo, una pioggia acida di commenti si è abbattuta anche su questa vicenda. Il vero filo conduttore da seguire riguardo alle denunce di molestie sessuali che sono state fatte durante la settimana scorsa non sono le molestie stesse. Tanto meno la tempistica entro la quale esse siano state rese note. Il problema da tenere d’occhio sta proprio nelle reazioni che si manifestano quando queste notizie vengono fuori. Un miscuglio di freddezza, paura e incapacità di immedesimarsi viene fuori in maniera tanto forte, quanto numerose e dettagliate sono le dichiarazioni di chi ha subito molestie. Ne discuteremo sicuramente.
Giorgio Russo