Da un po’ di tempo è esplosa nel mondo occidentale la moda curvy, esportata ultimamente anche in Italia dagli USA e diventata estremamente popolare nel mondo dell’intrattenimento(Hollywood in particolare),della stessa moda e dai più influenti e principali mass media occidentali in generale.
Tale moda nasce dalla reazione alla moda che aveva caratterizzato gli USA moderni e che imponeva uno standard al limite dell’anoressia per le donne e ciò era diventato standard anche in Italia in seguito all’esportazione della moda dagli stessi USA, nonostante il tradizionale standard italiano e mediterraneo ha sempre ben visto con favore la donna ‘un po’ in carne’.
Comunque sia, c’è da dire che questa moda curvy si fonda in generale sull’accettazione del proprio corpo (“body positive” e “fat acceptance”) anche se in sovrappeso e questo è un’elemento certamente positivo, anche se spesso si fa passare per curvy la semplice ‘normalizzazione dell’obesità’ e questo fatto rappresenta il perché la moda curvy è stata criticata in ambito medico.
C’è da dire che comunque la promozione della moda curvy che viene fatta è indubbiamente basata su un fortissimo gender gap, visto che riguarda per la stragrande maggioranza donne e mai o quasi mai uomini.
Difatti, pare che chi la proponga e diffonda contesta l’immagine della ‘donna ideale’ partorita da Hollywood e dal mondo della moda ma non pare interessata all’altro lato della medaglia, ovvero quella degli uomini che da sempre sono stati abituati a un’immagine dell’uomo ideale certamente lontana da quella dell’uomo comune.
Difatti, sia tutti i principali media che il mondo della moda continuano a proporre un’immagine dell’uomo ideale a cui bisogna conformarsi ed è socialmente quasi considerato scandaloso un’uomo non tanto in sovra peso ma con la stessa ‘pancetta’ o che non sia sufficientemente palestrato e le prese in giro o gli accenni ironici nelle testate su questo fatto sono socialmente accettati.
Su tale riguardo, basti pensare al licenziamento del direttore del Quotidano Nazionale per aver chiamato “cicciottelle” le tiratrici con l’arco mentre nessuna protesta si ha quando gli stessi quotidiani sportivi chiamano ugualmente “cicciotelli e/o “pesanti” ma anche “panzoni“, “grassi” e “ciccioni” gli uomini sportivi.
Insomma, si tratta di un vero e proprio gender gap e di veri e propri ‘doppi standard’ ma anche e sopratutto gender gap e doppi standard socialmente accettati e indubbiamente “politically correct” e la questione non è certamente quella di promuovere gli uomini curvy ma una questione di rispetto equità di genere e promuovere sia il rispetto sociale delle donne ma anche degli uomini curvy così come di quelli non curvy.
Salvatore Santoru