Il piano del Miur: Scuole aperte anche d’estate

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La possibile apertura delle scuole nella stagione estiva è stata richiesta sopratutto dalle famiglie. Molti i dubbi in merito.

Moltissimi genitori hanno scritto al ministro Fedeli per chiederle aiuto.

La ministra così ha deciso di sostenere le richieste. Una prima bozza del piano potrebbe essere pronta subito dopo l’estate in modo da farla entrare in vigore già dal prossimo anno scolastico.

E tra le associazioni di genitori si riscontra la possibilità di un incontro per giungere ad un accordo costruttivo per tutti.

In realtà, il problema era già esistente. Difatti, una direttiva del 1997 prevede che le scuole restino aperte. Quasi dieci anni fa Francesco Rutelli, allora ministro dei Beni Culturali, provò ad affrontare la questione, proponendo una diversa distribuzione delle vacanze.

Successivamente, anche Mario Monti, da premier, cercò di redigere una bozza di riforma del calendario scolastico.

Ed infine, ci provò il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti.

Tutti tentativi vani perchè le scuole rimarranno chiuse, anche quest’anno, fatta eccezione per alcune in cui sono presenti dei progetti sperimentali.

Ad aprire la strada, lo scorso anno il progetto “Scuola al Centro”, sul quale il Miur aveva investito circa 10 milioni di euro per poter ottenere l’apertura delle scuole in maniera gratuita per le famiglie.

Questo avveniva per 400 istituti di quattro grandi città italiane: Palermo, Napoli, Roma e Milano.

Nell’autunno 2016, il progetto è andato avanti in modo da coinvolgere molte altre realtà scolastiche.
I fondi previsti ammontano a 240 milioni di euro con lo scopo di consentire aperture pomeridiane e in orari extra scolastici in 6 mila scuole.

L’offerta è rivolta ai ragazzi, ha dichiarato il ministero: “un arricchimento del percorso formativo e garantendo alle famiglie e al territorio un presidio di contrasto alla dispersione scolastica e di recupero delle sacche di disagio sociale”.

Tuttavia, l’estate è arrivata ma i fondi per le scuole che hanno fatto richiesta ancora non si vedono.



Sull’apertura delle scuole nella stagione estiva rimangono ancora molti dubbi.

Bisogna esaminare le facce della stessa medaglia,cioè la posizione dei professori e le esigenze delle famiglie.

A tal proposito, Pino Turi, segretario generale della Uil scuola sostiene: “Per noi quello che conta è tenere ben distinta l’assistenza dalla scuola vera e propria. Sono due funzioni distinte. Dal mio punto di vista la scuola non è un servizio assistenziale e sociale ma una funzione dello Stato molto precisa che attiene alla formazione degli studenti. La scuola forma i bambini, non li assiste. Se questo è il significato, pensare di tenere le scuole aperte tutto l’anno è una stupidaggine”.

I genitori, dall’altra parte, chiedono un intervento affinchè i ragazzi possano avere un posto sicuro in cui recarsi nei giorni in cui non c’è scuola, poichè la famiglia non ha la possibilità di partire in vacanza o è impegnata con il proprio lavoro.

Infine, una terza posizione in merito è data dalle associazioni delle famiglie che non vorrebbero che gli istituti scolastici diventassero, poi, un parcheggio per bambini e ragazzi.

In effetti, occorre trovare un buon compromesso.

Per far rimanere aperta una scuola occorrono dei progetti validi e costruttivi per i ragazzi ma, altresì, delle risorse qualificate.

 

Anna Rahinò

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