Giacinto: da principe a fiore carminio.
Giacinto, Apollo e Zefiro: tre protagonisti per una tragedia marchio LGBT da far rabbrividire tutte le drama drag queen del mondo.
Racconta il mito che Giacinto era un bellissimo principe di Sparta di cui Apollo cadde perdutamente innamorato. Fortunatamente per Apollo, Giacinto non invocò la madre per trasformarlo in un albero, ma fu ben lieto di ricambiare il suo amore. Malgrado ciò, qualcuno decise per loro quale piega dovesse prendere il loro destino: Zefiro, il dio del vento di ponente, burrascoso e piovoso, talmente fu invidioso del loro amore che un giorno, mentre Apollo e Giacinto giocavano al lancio del disco, soffiò una ventata così potente da mandare il disco di Apollo dritto sulla testa di Giacinto, ferendolo a morte. A nulla servirono le suppliche del dio delle arti e delle scienze: il destino (il destino?) fu molto più potente di lui. Così, albero no, ma un fiore -povero Apollo, sempre a finire con dei vegetali-, color rosso sangue gli rimase, sul quale il dio incise due iniziali, “AI“, simbolo del suo profondissimo dolore.
Zefiro, Zefiro dispettoso e crudele. Incapace di accettare e di amare. Ti vedo, Zefiro, a turbinare intorno persone: un tornado di giudizi, discriminazioni; lanci ancora i tuoi vortici deviando i dischi di coloro che scelgono la direzione della loro vita, del loro amore e della loro sessualità. Tu sei vento e all’occorrenza pioggia e fittamente cadi su chi non ti compete.
Vento violento, oggi fai burrasca tramite vortici di pallottole, in un bar, a decidere chi è Apollo e chi è Giacinto. E per te non esistono fiori.
Ti vedo, Zefiro, a tuonare come in una tempesta su quale sia la minaccia per chi, sul futuro dei bambini, sulla moralità, sulla malattia. Ma tu, Zefiro, sei dio solo del vento: le tue parole vanno di continuo, non restano, così i tuoi pensieri: quale che sia l’occasione, cambiano direzione.
Zefiro, tu annunci la Primavera e l’Inverno, ma non ne sei padrone. Zefiro impetuoso sotto il sole o sotto la luna, ma non giri il mondo. Tuttavia, ti permetti di decidere in che direzione il disco debba andare. Perché?
Apollo e Giacinto hanno l’amore e hanno dunque un Regno; di tutte il bene che le arti e le scienze potevano donargli, Apollo scelse di amare colui che altro non fu che un fiore. E tu, Zefiro, che come tutti, mortali e divini, potresti far nascere un fiore, trasportando i semi della vita tra il vento e la terra, decidi invece di radere al suolo ogni cosa.
E Giacinto ti dice: io crescerò ancora. E laddove non esiste terra, troverò altrove.
Dove c’è amore, c’è libertà. E per quanto il vento possa sradicare un fiore, questo troverà sempre modo di rifiorire.
La Primavera è una scelta.
Gea Di Bella