Miss Stress ti dice in faccia ciò che non vorresti succedesse nel tuo palazzo, ma che in realtà avviene giornalmente dentro di te.
Cocaina, perversioni sessuali, un amore tossico e la Roma più marcia e bella che possiate immaginare. Se avete pensato a un film di Claudio Caligari non possiamo biasimarvi, ma l’opera di cui stiamo parlando è Miss Stress di Anita Dada, pubblicato da Fandango.
Il libro, abbastanza corto e diretto, sputa in faccia al lettore la storia maledetta e la vita sregolata dell’autrice. Con un linguaggio sboccato e volutamente carnale nel 2021 la mossa di Anita Dada sembra molto furba e indirizzata al successo. In realtà questa è soltanto la superficie di un vero e proprio trattato sulle perversioni umane, in cui la mistress esplora le sue esperienze lavorative.
Ciò che non diciamo nemmeno a noi stessi
La perversione per la protagonista è un lavoro, e la tratta esattamente come tale. Non cerca di capirla, di comprenderla o di giudicarla, semplicemente la rispetta e la asseconda, naturalmente sotto equo compenso. I suoi clienti non sono pervertiti, sono i cassieri, gli avvocati, i vicini di casa che incontriamo ogni giorno.
Finn dom, balloons fetishism e sessification non sono soltanto i titoli dei capitoli del piccolo romanzo pubblicato da Fandango, ma sono i lati oscuri, anche se presenti, delle vite di milioni di persone. Questi soggetti non cercano di nascondere o rinnegare tali aspetti del proprio io, ma li accettano e ci convivono, spesso con il benestare delle pazienti mogli.
il mio ruolo di Prodomme, Professional Domi natrix, adesso, è accompagnarlo in questo lato della sua sessualità in modo gioioso e rassicurante, e soprattutto senza giudizio.
In questa sentenza si esaurisce il messaggio dell’intero libro. Ognuno ha i propri scheletri nell’armadio, ognuno diversi, e ognuno si vergogna di tali scheletri. Tanto meglio allora accettare le carcasse, sia le nostre che quelle degli altri, e il fatto che a tutti piace infrangere il buon costume, chi per necessità chi per amore del proibito.