Era un appuntamento fisso a settembre, appena di ritorno dalle vacanze. Aveva il potere di incollare tutti allo schermo della tv e far sognare bambine e adolescenti: un giorno anche loro sarebbero potute diventare “principesse” per una notte, o meglio per un anno intero. No, non parliamo dei cartoni animati della Disney, ma di Miss Italia, il concorso di bellezza con cui ancora oggi si elegge annualmente la più bella del Paese.
Per 25 anni la fase finale di Miss Italia è stata trasmessa in prima serata su Rai 1, ma nel 2013 la tv di Stato l’ha esclusa dai palinsesti, cambiando decisamente il suo destino. Tra le cause di questo addio i costi troppo elevati, lo share basso e la conseguente perdita di fiducia da parte degli sponsor.
Ma La7 ha creduto nel concorso e gli ha dato una seconda possibilità. Il cambio di rete non ha affatto giovato, e lo share in questi cinque anni non ha raggiunto mai la doppia cifra: nel 2018 si è fermato al 5,77 %, il secondo risultato più basso degli ultimi 14 anni.
Pochi giorni fa l’editore Urbano Cairo ha annunciato: “Per noi Miss Italia finisce qui”.
La storia del concorso: dagli inizi alla crisi
È nato nel 1939 con il nome di 5000 lire per un sorriso: l’idea venne a un pubblicitario, Dino Villani, per sponsorizzare una marca di dentifrici. Inizialmente si trattava di un concorso fotografico, dove le candidate dovevano mandare una loro immagine. Era l’epoca fascista: la donna era l’angelo del focolare. Bella, formosa ma silente, esattamente come le foto che arrivavano per il concorso.
Poi iniziò la guerra e tutto si fermò, comprese le aspirazioni delle Miss. Già nel 1946, in piena fase di ricostruzione, fu possibile
riprendere la competizione: il concorso prese definitivamente il nome di Miss Italia e iniziò a prevedere le sfilate. Erano cambiati anche gli obiettivi: non era più un semplice mezzo pubblicitario ma una vetrina per aspiranti attrici, modelle e soubrette. Da quel momento iniziarono a partecipare delle donne, che poi avrebbero fatto la storia del cinema e dello spettacolo, pur non essendo incoronate necessariamente come reginette. Tra loro ci sono Silvana Pampanini, Silvana Mangano, Gina Lollobrigida, Sophia Loren e Lucia Bosè. La loro grande capacità, terminato il concorso di bellezza, fu quella di far capire al pubblico che “oltre alle gambe c’è di più”.
A partire dagli anni ’50 la finale di Miss Italia è stata trasmessa via radio, poi in tv dal 1979, prima su una rete privata, poi su Canale 5 e Italia 1. Dal 1988 è iniziato il sodalizio con la Rai, che ha dato al concorso una notevole visibilità, anche grazie all’enorme lavoro di Enzo Mirigliani, che ne aveva assunto la direzione dal 1959.
Nel frattempo Miss Italia ha superato il periodo femminista, non senza polemiche sulla mercificazione della donna, costretta a sfilare sorridente e in costume da bagno, e si è evoluto. Agli anni ’90 probabilmente risalgono i cambiamenti più profondi: furono abolite le misure 90-60-90, il modello “Barbie”, con seno e fianchi prorompenti e vitino stretto, non corrispondeva più ai canoni estetici della società. Successivamente il concorso fu aperto anche alle donne sposate e alle madri e vietato alle minorenni. Nel 1996 Denny Méndez vinse il titolo, diventando la prima e unica Miss Italia di colore della storia. Negli anni duemila il concorso si è aperto alle sportive, alle donne curvy e l’anno scorso ha visto anche la partecipazione di una ragazza disabile, la bellissima Chiara Bordi.
La crisi
Ma per quanto si sforzasse, il tempo e le conquiste delle donne correvano veloci e il concorso non è riuscito a rimanere effettivamente al passo con i tempi. La bellezza è ancora al centro della competizione: passare il messaggio che le gambe lunghe e un lato B tonico possano bastare a sfondare nel mondo dello spettacolo, oltre che sbagliato, è anacronistico.
Negli anni le polemiche su Miss Italia sono aumentate, da quella del 2007 sul lato B delle modelle, messo troppo in evidenza, a quella sulla frase infelice di Alice Sabatini, vincitrice del concorso di bellezza nel 2015.
“Vorrei essere nata nel 1942 per vivere la Seconda Guerra Mondiale. Sui libri ci sono pagine e pagine, io volevo viverla per davvero. Essendo donna non avrei nemmeno dovuto fare il militare”, ha detto la Miss Italia, facendo rimpiangere i tempi di “vorrei la pace nel mondo”.
Che fine farà allora il concorso di Miss Italia?
La7, Mediaset e Discovery non hanno alcuna intenzione di includerlo in palinsesto. Su internet gira il nome di Fox, ma soprattutto si vocifera un grande ritorno su mamma Rai. La tv di Stato ha già presentato i suoi palinsesti, ma potrebbe aver avuto un ripensamento all’ultimo, tentata da un’importante ricorrenza: gli 80 anni del concorso, che volente o nolente fa parte della storia della tv italiana.
“Al momento non possiamo confermare le indiscrezioni”, fanno sapere dall’Ufficio stampa di Miss Italia, contattato dalla redazione di Ultima Voce. Al momento…
Qualsiasi sia la scelta della Rai, sarebbe una soluzione provvisoria: gli 80 anni si festeggiano una volta nella vita e Miss Italia non può permettersi di perdere la copertura televisiva, creando un grossissimo danno alla visibilità delle ragazze, speranzose di poter entrare nel mondo dello spettacolo.
Il prossimo passo per il concorso potrebbe essere quello di combattere un altro stereotipo, ancora profondamente radicato in Italia, come all’estero, e cioè che la bellezza non possa andare di pari passo con l’intelligenza. Scegliere le ragazze oltre che per l’aspetto fisico, anche per le loro abilità, fuori e sopra il palcoscenico, potrebbe essere la chiave per salvare Miss Italia.
D’altronde lo share così basso è sintomatico: il pubblico sembra non credere più nella formula del programma, e nella dura legge della tv sono gli spettatori a dettare le regole.
Marina Lanzone