All’Università di Bari, nel dipartimento di medicina, si è verificato l’ennesimo caso di misoginia in ambito accademico.
Cosa è accaduto?
Durante una video lezione di bioetica dell’Università degli studi di Bari (dipartimento di medicina), il docente Donato Mitola è stato il protagonista di una serie di affermazioni altamente discriminatorie. Tra le sue frasi: “Le separazioni avvengono quasi sempre dovute alle donne“. E ancora: “Le madri dovrebbero stare a casa con i figli“. Fino ad arrivare al culmine con: “Giudici donne non dovrebbero esserci, perché giudicare significa essere imparziale, ma l’emozione produce condizionamento“. A sottolineare quanto detto, anche delle slide di presentazione, mostrate agli studenti.
Grande è stato lo shock dei ragazzi, che non hanno esitato a rivolgersi al rettore Branzini. Quest’ultimo ha sospeso subito il docente affermando che l’università è sempre attenta a denunciare qualsiasi forma di discriminazione.
Bisogna sottolineare anche che Mitola non è il primo ad essere il protagonista di questi spiacevoli avvenimenti. Poco tempo fa, infatti, una studentessa è stata vittima di un’affermazione poco pertinente da parte di un docente. Lo stesso, guardando in videocamera la ragazza, ha affermato essere una “super gnocca“. Al momento, il docente in questione è sotto accusa ed è partita una commissione di indagine in merito.
Gli studenti
Anche le associazioni studentesche, in particolare Link, hanno provveduto a divulgare l’accaduto. Noemi Sassanelli, come rappresentante dell’associazione ha affermato che: “Il sessismo e gli episodi di molestie sono ancora molto diffusi“. Per cercare di debellare questo fenomeno, l’associazione ha attivato una raccolta di denunce in forma anonima di molestie e abusi. Inoltre, ha organizzato un incontro virtuale questo pomeriggio alle ore 16:30. Durante l’incontro si potrà discutere e riflettere sui temi della parità di genere e sul contrasto ad ogni forma di discriminazione. L’evento è organizzato in collaborazione con il Comitato Unico di Garanzia (CUG) e il Centro Interdipartimentale di Studi sulle Culture di Genere (CISCuG ).
L’obiettivo principale è quello di creare un Codice Antiviolenza, che stabilisca delle norme comportamentali da seguire. Inoltre, si vuole introdurre una formazione obbligatoria del corpo docente e degli studenti.
Mariachiara Grosso