Il nipote di Joan Mirò decidere di donare ai profughi i soldi ricavati dall’asta in cui sono stati vendute 28 opere create dal grande artista spagnolo.
Lo scopo iniziale dell’asta, tenutasi presso la casa d’aste londinese denominata Christie’s, era quello di donare il ricavato alla Croce Rossa, il cui operato era sempre stato a cuore al pittore catalano.
Risulta infatti che sia stato proprio un medico dell’Organizzazione ad aver salvato la gamba di María Dolores, unica figlia dell’artista, quando questa era stata gravemente ferita in un incidente d’auto nel 1965.
Lo stesso Mirò, mentre era ancora in vita, aveva reso omaggio alla Croce Rossa svariate volte, facendo anche costruire un arazzo in onore all’Organizzazione.
Joan Punyet Miró, nel voler compiere un’azione che potesse rispecchiare le volontà e il carattere del nonno, ha deciso di offrire gli oltre 62 mila euro del ricavato ai profughi siriani. Questo perché, spiegato con le parole del discendente, l’artista “ha affrontato molte prove nella sua vita. Ha sperimentato la fame, l’esilio durante la guerra civile spagnola, la seconda guerra mondiale e conosceva bene la desolazione dei campi profughi. Ha sempre voluto aiutare poveri, i rifugiati e gli esuli“.
La decisione presa dal nipote non deve dunque sorprendere, egli ha agito “come l’esecutore delle sue volontà” aspirando a fare “ciò che lui stesso (Joan Mirò) avrebbe fatto se fosse stato vivo oggi“.
Le migliaia di euro del ricavato saranno impiegati dalla Croce Rossa nell’istituire una degna accoglienza ai profughi che sono in fuga dalla guerra siriana.
Joan Punyet ha evidenziato quanto le organizzazioni internazionali fossero importanti per il nonno affermando che “le organizzazioni umanitarie hanno il potere di fare un’enorme differenza nei grandi momenti di sofferenza come quelli cui assistiamo in questo momento in Siria”.
Un grande gesto di generosità, considerando la somma non irrisoria e il clima di generale ostilità e indifferenza che regna in questi mesi in Europa.