Mirko Farci è morto a 19 anni per difendere la sua mamma.
Una notizia che lascia senza fiato, soprattutto perché, a ucciderlo, è stato l’ex compagno della madre di Mirko Farci, Shaid Masih.
Ancora una volta l’amore uccide, l’amore si paga.
Non è ancora chiaro il movente dell’aggressione. Quello che si sa è che Masih si è introdotto nell’appartamento di Paola Piras rompendo una finestra, come ha dichiarato lui stesso. L’omicida sostiene di essere stato aggredito una volta dentro l’appartamento, ma ad avere la peggio sono stati Paola e Mirko Farci.
Con un coltello da cucina appartenente alla famiglia della vittima, Shaid Masih le ha inferto 15 coltellate, all’addome, alla trachea, ai reni ed al volto. Quando Mirko è intervenuto per difendere sua madre, ha pagato il suo coraggio con la vita.
È successo a Tortolì, in provincia di Nuoro, dove Paola Piras ha subito un intervento di oltre 4 ore all’ospedale Nostra Signora della Mercede di Lanusei. La prognosi è tutt’ora riservata, e la signora Piras lotta tra la vita e la morte.
Ha confessato Masih, in presenza della Pm Giovanna Morra e dell’avvocato Saverio Mereu.
Dopo l’interrogatorio il ventinovenne è stato trasferito presso il carcere di Lanusei. Appena uscito dalla caserma dei Carabinieri, però, ha dovuto affrontare l’ira della folla, ferita nel profondo per la violenta perdita di Mirko. Addirittura due Carabinieri hanno riportato lievi ferite nel cercare di far indietreggiare il fiume arrabbiato di persone.
La salma di Mirko Farci, che al momento si trova al cimitero di Quartu Sant’Elena, sarà sottoposta all’autopsia giovedì. Vorremmo trovare le parole giuste per salutare quest’anima coraggiosa strappata alla vita troppo presto. Riportiamo quelle scritte su Facebook dalla sua insegnante Luisa Usala, che ci sembrano appropriate e sincere.
Sei stato un alunno meraviglioso e non sono parole di convenienza, sono tutte vere, buono gentile, sempre sorridente e bello. Mi dicesti che tu a casa ci stavi davvero bene, ed è proprio lì che ti ha tolto la serenità quel mostro che altro non può chiamarsi… difendere gli altri era il tuo motto e te lo sei portato addosso sino ad oggi e per sempre… Oggi vestiamo un lutto così grande e profondo, a scuola tutti a stare in un silenzio assordante, tutti uniti nel dolore e nel rispetto, tutti ad avere un cuore logorato da questo mondo così strano che dal bello in un attimo passa al crudele.
Mariarosaria Clemente