Quella dei minori stranieri è la categoria sempre più coinvolta nel fenomeno migratorio. Alla vigilia della Giornata Internazionale del Migrante, Save the Children pubblica la quarta edizione del rapporto “Nascosti in Piena Vista”. Da quest’ultimo emergono dati sconfortanti: tra il 2014 e il 2024 sono arrivati in Italia, per mare, 127.662 minori stranieri non accompagnati (MSNA). Questi ragazzi, dopo aver rischiato la vita fuggendo dai loro paesi, giungono in Italia in cerca di un rifugio non sapendo di andare in contro a un nuovo percorso fatto di altrettanti rischi e difficoltà.
I dati emersi dal rapporto
Il rapporto “Nascosti in Piena Vista” rilasciato da Save the Children, quest’anno si concentra su ciò che accade ai minori stranieri giunti in Italia al compimento dei 18 anni. Nel nostro Paese, ogni anno, arrivano per mare circa 11.600 minori non accompagnati. Si tratta per lo più di adolescenti e preadolescenti e, in alcuni casi, anche di bambini. Nel sistema di accoglienza e protezione italiano sono attualmente presenti 9.215 minori stranieri non accompagnati. Oltre il 75% si trova in età adolescenziale (tra i 16 e i 17 anni), il 13,66% ha tra 7 e 14 anni e solo l’1,65% è nella fascia 0-6 anni. Molti di questi ragazzi vengono ospitati in grandi centri, spesso emergenziali se non per adulti.
Antonella Inverno, responsabile ricerca e analisi dati di Save the Children, spiega:
«I minori stranieri che giungono soli in Italia devono poter contare sulla possibilità di crescere in un ambiente fatto di amicizie, relazioni e sostegno, come tutti i loro coetanei. Spesso, invece arrivano alla maggiore età e devono disporre di un lavoro e di una abitazione autonoma per poter rimanere regolarmente nel territorio, tutte conquiste che i loro coetanei ottengono nel corso di molti anni. Tuttavia, se le prime fasi dell’arrivo e dell’accoglienza in Italia non consentono loro un supporto adeguato, il rischio è che ai 18 anni il percorso verso l’autonomia venga di fatto interrotto bruscamente».
Le difficoltà e i ritardi burocratici in cui incappano i minori stranieri che giungono in Italia, si trascinano per anni e risalgono in superficie al raggiungimento della maggiore età dei ragazzi. Questo impedisce loro di proseguire un percorso lineare di crescita, creando disagi e ostacoli dovuti alla mancanza di documenti o il ritardo del loro rilascio.
Cosa accade ai minori stranieri non accompagnati al compimento dei 18 anni?
Raggiungere la maggiore età, per questi ragazzi, vuol dire andare in contro a situazioni incerte che limitano le loro possibilità di trovare un lavoro, un alloggio o di proseguire con gli studi. Alcuni ragazzi riescono a ottenere un sostegno fino ai 21 anni grazie al cosiddetto prosieguo amministrativo il quale viene approvato dal Tribunale per i Minorenni. Questo sostegno dimostra l’importanza di una rete di accoglienza che sia funzionale per supportare i giovani migranti nella ricerca di un posto di lavoro, un luogo in cui abitare. Antonella Inverno aggiunge:
«Purtroppo, in molti casi le cose non funzionano così. Tutti gli ostacoli che incontrano dal momento della fuoriuscita dalla struttura di accoglienza – la difficoltà di prendere una stanza in affitto, di aprire un conto in banca, di svolgere un tirocinio o avere un contratto di lavoro in attesa della conclusione dell’iter per il permesso di soggiorno – fanno sì che i ragazzi possano facilmente cadere nelle reti dello sfruttamento, del lavoro nero e della microcriminalità. Senza reti di supporto e senza tutele, i neomaggiorenni restano esposti a situazioni di marginalità».
In Italia esiste una legge (legge 47 del 2017) che fissa i principi che lo Stato dovrebbe rispettare per assicurare una buona accoglienza ai minori stranieri non accompagnati. Purtroppo, molto spesso, questi non vengono osservati e da qui nascono numerose difficoltà. Tra gli ostacoli in cui incappano i ragazzini che giungono nel nostro Paese c’è sicuramente quello dell’accertamento dell’età: molto spesso i ragazzi rischiano di essere identificati come adulti e questo comporta varie criticità. Un ulteriore ostacolo è rappresentato dal rilascio del permesso di soggiorno. Quest’ultimo rappresenta una procedura fondamentale per dare inizio a un percorso di integrazione del soggetto; purtroppo i tempi molto lunghi richiesti dall’iter burocratico compromettono tale percorso.
Una figura importantissima che rientra di diritto tra quelle necessarie a garantire una buona accoglienza ai minori stranieri è il rappresentate legale. Il rappresentante legale è un soggetto fondamentale per i migranti minorenni e ha il compito di assicurarsi che i diritti del ragazzo vengano rispettati. Anche qui, l’assegnazione di questa figura non sempre avviene e molto spesso è il tutore pro-tempore della comunità di accoglienza a fungere da rappresentate legale, talvolta affiancando anche più ragazzi contemporaneamente.
«È necessario assicurare a tutti i minori che giungono in Italia da soli senza genitori o figure di riferimento un percorso di accoglienza, protezione e inclusione che li accompagni all’età adulta, con il sostegno della comunità. Perché ciò avvenga, è importante che ognuno faccia la sua parte, fin dal momento del loro arrivo».
-Antonella Inverno