Nel 2024, il bilancio delle morti delle persone migranti nel Mediterraneo supera le 2mila vittime, comprese donne e bambini. L’UNICEF ha denunciato ed esortato i governi europei di adottare delle politiche a livello interno e comunitario al fine di salvare le vite umane e garantire la protezione, in particolare, dei minori migranti nel Mediterraneo. Secondo il tracker dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, nel 2024 la cifra delle persone disperse nel Mediterraneo sono salite a 31.180 dal 2014. La maggiora parte di questa proverrebbe, secondo le stime, dalle tratte della Libia e della Tunisia, le più pericolose e sopratutto altamente ambite dai contrabbandieri.
Vittime e dispersi nel 2024
Il Mediterraneo continua a essere teatro di tragedie umanitarie senza fine. Nel 2024, il numero delle vittime e dei dispersi ha superato le 2.200 persone, con quasi 1.700 vite perse lungo la pericolosa rotta del Mediterraneo centrale, che collega Libia, Tunisia e Italia. Tra le vittime si contano centinaia di minori migranti, tra bambini e adolescenti.
Secondo Regina De Dominicis, direttrice dell’Ufficio regionale dell’Unicef per l’Europa e l’Asia centrale, il 20% delle persone che intraprendono questa pericolosa traversata sono minorenni, molti dei quali fuggono da conflitti violenti e condizioni di estrema povertà.
L’UNICEF ha pertanto invitato i governi a rispettare obblighi e leggi emanate dal diritto internazionale, in particolare in riferimento alla protezione dei diritti umani e in materia di asilo e salvaguardia dei bambini.
“Ciò include la garanzia di percorsi sicuri e legali per la protezione e il ricongiungimento familiare, così come operazioni coordinate di ricerca e salvataggio, sbarchi sicuri, accoglienza nelle comunità e accesso ai servizi di asilo”
Come si legge del comunicato.
Naufragi e sopravvissuti
Alla fine del 2024 e nei primi giorni del 2025 si sono registrati numerosi naufragi. A Lampedusa, un’imbarcazione è affondata il 31 dicembre, causando la scomparsa di 20 persone, tra cui donne e bambini.
Solo sette migranti sono stati tratti in salvo, tra cui un bambino di otto anni, salvato grazie al gesto eroico di un parente. In Tunisia, altre due imbarcazioni sono affondate al largo di Sfax, con 27 corpi recuperati e 83 migranti soccorsi. Eventi drammatici che confermano una tendenza allarmante: il Mediterraneo centrale si conferma una delle rotte migratorie più letali al mondo, sopratutto per i minori migranti.
Richieste dell’Unicef
L’Unicef esorta i governi a prendere misure urgenti per proteggere i bambini migranti. Tra le richieste figurano l’adozione del Patto sulla migrazione e l’asilo per garantire percorsi sicuri e legali, il ricongiungimento familiare e operazioni di ricerca e salvataggio coordinate.
Inoltre, l’agenzia sollecita maggiori investimenti nei servizi essenziali come supporto psicosociale, assistenza sanitaria, legale e istruzione. Regina De Dominicis sottolinea l’importanza di affrontare le cause profonde della migrazione e di promuovere l’integrazione delle famiglie nelle comunità ospitanti, assicurando il rispetto dei diritti dei minori in ogni fase del loro viaggio.
Il governo Meloni ha tentato in tutti i modi di reprimere la necessità di migrazione attraverso un’aperta lotta contro i contrabbandieri ma anche attraverso una criminalizzazione di chi cerca rifugio oltre le acque del Mediterraneo. Un esempio concreto è la costruzione del modello Albania, al fine di portare fisicamente altrove i migranti.
Bambini e donne, le principali vittime
Le donne e i bambini rappresentano le categorie più vulnerabili. Molti minori migranti arrivano soli sulle coste italiane, sopravvivendo a naufragi che spesso portano via i loro genitori. Nel 2024, secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), 112 bambini hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale, ma si ritiene che il numero effettivo sia molto più alto. Questi dati testimoniano un dramma umanitario che necessita di risposte immediate.
Dati sulle migrazioni nel 2024
Nel corso del 2024, il totale degli arrivi sulle coste italiane è stato di 66.317 persone, un calo rispetto ai 157.651 dell’anno precedente, secondo quanto riferito dalle statistiche del Ministero dell’Interno.
Tra i principali paesi di provenienza figurano Bangladesh, Siria e Tunisia. I minori non accompagnati sono stati 8.024, un numero significativamente inferiore rispetto ai 18.820 registrati nel 2023. Tuttavia, queste cifre non raccontano l’intera storia, poiché molti migranti non raggiungono mai la destinazione finale.
Allarmi dalle ONG
Organizzazioni come Alarm Phone continuano a lanciare appelli per interventi immediati. Gli attivisti continuano a denunciare la mancanza di azioni coordinate e sufficientemente efficaci per prevenire tragedie evitabili. Gli eventi dell’ultimo anno evidenziano la necessità di un impegno internazionale per garantire vie migratorie sicure e dignitose.
Le morti nel Mediterraneo rappresentano una crisi umanitaria che non può più essere ignorata. Proteggere le vite umane, specialmente quelle dei bambini, deve diventare una priorità assoluta. Le parole di Regina De Dominicis e l’appello dell’Unicef sottolineano la necessità di azioni concrete e tempestive per affrontare una tragedia che, anno dopo anno, continua a mietere vittime innocenti.
Lucrezia Agliani