La vittoria di Donald Trump nel fatale 9 novembre ha impresso un ulteriore giro di vite alla situazione politica mondiale.
A eventi scioccanti (per quelli che non hanno tenuti aperti gli occhi sulla realtà) come la Brexit o la vittoria dei Cinquestelle a Roma, si è aggiunta questo nuovo, scandaloso risultato elettorale.
TRUMP: UNA VITTORIA SCANDALOSA
Come dice il Vangelo : è necessario, conviene che gli scandali vengano alla luce.
Lo scandalo non conta per il fatto in sé, ma per ciò che di profondo, e che si teneva celato, esso rivela, sulla realtà circostante.
Come scoperchiare qualcosa di ammuffitto. Come aprire finalmente la porta di una cantina, che si era tenuta sigillata per tanto tempo. Per impedire la fuoriuscita di cattivi odori, che però in questo modo si sono soltanto andati accumulando.
Col risultato di premere e spingere su quella porta, fino quasi a sfondarla.
Lo scandalo, considerata in modo superficiale, sarebbe il cattivo odore: quindi, una manifestazione negativa ma in sé transitoria, delle cui cause non ci si interroga.
Leggere eventi come le elezioni americane con una attitudine del genere, quindi limitandosi a scandalizzarsi e ad esprimere indignazione e generica disapprovazione – quello è scandalismo, quello vorrebbe dire obbedire a una logica dello spettacolo.
Che è esattamente la stessa logica cavalcata da Trump, la logica che gli ha consentito di vincere.
LO SHOW DI TRUMP E LO SPIRITO DEI TEMPI
Perché egli risponde meglio allo spirito dei tempi, che ha ridotto tutto – dall’arte alla religione alla politica – sostanzialmente a un circo, ad uno spettacolo.
Potremmo quindi domandarci come mai Trump abbia saputo incarnare meglio questo spirito dei tempi.
Certamente le ragioni sono varie, e fra queste va considerata la sua stessa carriera di showman, anzi di showbusinessman.
Dove egli, come e più di Silvio Berlusconi (che è senz’altro il suo predecessore, ma con differenze che dirò) egli dicevo ha creato un personaggio in cui davvero non si sa più se prevalga il lato dello show o quello del business (e qualche femminista aggiungerebbe proprio : dell’essere man, del proporsi come un uomo vero, contrapposto ad una donna intrigante e a quell’intellettuale fighetto di Obama).
Questo è vero ma sarebbe ancor più superficilae, senza altre considerazioni.
Fra le quali credo che il tema dell’essere “uomo vero” ci porti al vero tema: quello della verità, del vero, della vera realtà.
In un’epoca di moltiplicazione dei media e delle mediazioni, Trump ha saputo (oggettivamente) presentarsi come il vero.
“Io sono la verità” egli ha fatto capire.
Non sono blasfemo, io.
Casomai, lui, e chi l’ha votato.
RELIGIONE E POLITICA NEL XXI SECOLO
Casomai, possiamo dire che davvero Trump rappresentI quanto di più vicino a quell’Anticristo di cui parlano le formulazioni millenaristiche e l’Apocalisse con tutti i suoi innumerevoli seguaci.
Qui va chiarito che l’anticristo in una ottica razionale e laica è colui che incarnerebbe fino in fondo lo spirito dei tempi, chiunque e a prescindere dalle proprie intenzioni, nel momento in cui lo spirito dei tempi tanto più cerca la verità, tanto più segue false idee e false affermazioni.
Chiunque rappresenti talmente intensamente lo spirito di un’epoca, da trasformarla in uan fede, in una religione.
Mentre in un’ottica giudaico-islamico-cristiana, insomma religiosa – se preferite spirituale – lo spirito dei tempi, lo spirito del mondo, non può mai rappresentare fino in fondo la verità : perché la verità si cerca e si trova solo aspirando a qualcosa di più, di oltre, di diverso rispetto al mantenimento e alla approvazione dello stato delle cose.
Perchè bisogna sempre aspirare al perfezionamento, sapendo che non si realizzerà mai, per definizione: e questo è l’umanesimo.
La religione in questo senso si contrappone sempre alla società, ed al potere.
Di solito viene invece strumntalizzata, ed utilizzata come strumento consolatorio o dilatorio o giustificativo, per puntellare il potere.
Ma questo è contrario al senso vero della religiosità : che è profezia ed utopia, e un cercare un tempo e un luogo diversi da quelli presenti.
Una verità ulteriore rispetto alla mera realtà – ma una verità che non si materializza mai del tutto.
I paradisi in terra, le verità in terra, sono quanto di maggiormente antireligioso, e di amggiormente antiumanistico, che si possa immaginare : e basti pensare ai regimi totalitari.
Che hanno in qualche modo deificato questa o quella idea di umanità.
Il concetto religioso insomma vale soprattutto come moderatore di aspirazioni in definitiva faustiane e luciferine.
TRUMPISMO E FAME DI VERITA’
Però, resta che un certo equilibrio fra anelito a un destino di armonia e felicità, e necessità di condurre una vita ordinata nel mondo così com’è, nele varie epoche, è sempre stata una esigenza altrettanto vitale.
Oggi viviamo un’epoca di sconquassi anche per questo: perché quell’equilibrio, psicologico, sociale, economico, culturale, istituzionale, è saltato – ed ogni cosa si è sbilanciata è quasi rotta.
Questo spiega il disorentamento, il rancore e la rabbia che constatiamo in ogni situazione, e le violente spesso sterili contrapposizioni.
Il problema è questo: che la nostra epoca ha fame di verità.
Proprio perché la verità sembra velata da troppi strati di materiali, opinioni, contraddizioni, complicazioni, punti di vista, mediazioni.
Ma il punto è : perché Trump ha saputo sfamare (al momento) questa fame di verità?
Riflettendoci, bisogna riconoscere che le stesse rivelazioni, scandalistiche, sul suo contegno, linguaggio,condotta con le donne, lungi dal danenggialro lo hanno premiato.
Costringerlo a confessare pubblicamente che egli aveva eluso le tasse, proprio perchè legalmente poteva, lo ha innalzato a eroe.
Eroe della verità.
Si era candidato a campione della lotta all’ipocrisia : i tentativi dei rivali di sconfessarlo, lo hanno invece laureato pubblicamente.
Trump non ha vinto nonostarne le sue gaffes.
Trump ha vinto grazie alle sue gaffes.
REALITY POLITICS SHOW
Nell’era in cui diventare famosi, anche a costo dell’infamia e del ridicolo – in quest’era Trump ha dimostrato che si può diventare famosi, e inoltre potenti, proprio grazie (anche) all’infamia ed al ridicolo.
E andare a incarnare sia la verità, che una istituzione di potere.
Sommare verità+potere.
Profezia con potenza.
Vaticinio delle visioni e forza.
Questo è il cuore dello scenario anticristico e Trump certamente si porta su quella scia.
Ed il fatto che sia stato, in contraddizione flagrante col moralismo che esse bandiscono, sostenuto da tutte o quasi le confessioni e chiese (compresa una maggioranza dei cattolici americani) : questo può solo confermare un allarme.
Il ridicolo, che fa simpatia, che si mette quindi in piazza, che si mostra al livello mediocre degli elettori – nel mentre sviluppa un discorso differente, ambizioso, austero, orgoglioso, persino truce o comunque combattivo – tutto questo già lo aveva messo in campo e in scena Silvio Berlusconi.
Il potere che seduce, mettendosi sullo stesso piano del governato (ma ricordate Eco su Mike Bongiorno, già nel 1961?).
Questo ricorda molto delle tradizioni religiose come il cattolicesimo, e questo precisamente odora di zolfo.
#POST TRUTH : LO SCANDALISMO DEI RETRO-CHIC
Ma non era questo l’odore ammuffito che doveva essere scoperchiato, per poterne comprendere le ragioni e finalmente liberarsene, di cui parlavo inizialmente.
Lo scandalismo, dei tanti Retro-chic è il vero scandalo.
Tanto più che, come dicevo, scandalizzarsi per il trumpismo, non obbedisce meno del trumpismo alla logica scandalistica, al meccanismo della politica-spettacolo.
Lo scandalismo, in definitiva, risponde a Trump esattamente come Trump si immagina: e tutto il dibattito politico diventa un reality-show (come quelli che organizzava il tycoon).
Ossimoro clamoroso: fare spettacolo della realtà, della nuda realtà (come in certi programmi) rivela solo che la realtà, la vita vengono trasformate in feticci.
Il feticismo della realtà è solo un ulteriore passo di allontanamento dalla realtà.
In direzione di una supposta verità, di uno sguardo presunto genuino e ingenuo: che è solo l’ennesimo inganno, il nuovo artificio, forse il definitivo schermo posto fra ciascuno di noi e la propria condizione esistenziale.
Questo vale anche per chi invece crede che la verità si colga attraverso una razionalità nutrita solo e soltanto di nozioni tecniche e, presunte, neutre competenze scientifiche e specialistiche – in economia, diritto, politologia, eccetera.
Sia Trump che coloro i quali hanno risposto scandalisticamente alla sua ascesa, e che hanno lanciato il tormentone del #Post – Truth dimostrano una cosa sola.
Che l’ideologia: il dominio delle immagini, dei falsi idoli, delle idee fisse quindi, sui ragionamenti; l’ideologia stessa trionfa quando pretende di essere ideologia di verità e di giudizio non tanto sulle azioni, ma sui sentimenti degli altri.
Misconoscendone radicalmente le ragioni.
LO SCANDALO-TRUMP, L’IDEOLOGIA E IL PENSIERO
I Greci avevano ragione.
Alètheia indicava in greco la verità: intesa come faticoso dis-velamento (a-lètheia) del nucleo più profondo della realtà, di ciò che osserviamo.
La fatica del disvelare sta nel fatto che ogni disvelamento comporta un nostro mettersi a nudo: nello svelare di noi stessi a noi stessi qualcosa di noi,che non conosciamo o riconosciamo.
Il vero senso del mito di Narciso, era quello.
Un movimento vertiginoso e coraggioso dell’animo e della mente : che nel narcisismo che ci domina, oggi, è stato rovesciato nel processo opposto, con cui centriamo così tanto il pensiero su noi stessi e su come appariamo – che dimentichiamo ciò che forse siamo.
Insomma Foucault aveva le sue ragioni.
Trump-Truth o #Post -Truth dei Retro-chic, sono accomunato almeno su di un piano, quello della pretesa di possedere la verità.
Questo è ciò che divide noi cittadini della ciltà globale unificata.
La verità, in conclusione, è la più grande app, è il più grande medium che si è installato – fra noi e la realtà.
ALESSIO ESPOSITO