A dicembre è diventato virale lo scatto di un fotografo della Nasa in cui compaiono i cosiddetti “fiumi gialli”. Si tratta delle miniere d’oro illegali che si trovano nell’Amazzonia peruviana e in cui lavorano migliaia di persone. Negli anni, inoltre, i metodi di estrazione con il mercurio e i grandi spazi utili agli scavi hanno danneggiato la popolazione e la foresta.
Nell’Amazzonia peruviana, le miniere d’oro rappresentano centri di lavoro illegali che si trovano sotto il controllo della criminalità organizzata. Nonostante questo, esse costituiscono una fonte di denaro sicura per 40mila peruviani e, tutt’oggi, migliaia di persone accorrono alla zona di Madre de Dios (in assoluto la più redditizia) da tutto il Paese per lavorarvi. Le miniere illegali costituiscono, infatti, la produzione di circa il 20% dell’oro dell’intero Perù. Ma le miniere, oltre a essere un problema per la sicurezza, intaccano profondamente la biodiversità presente nella parte peruviana della foresta amazzonica. Inoltre, anche la salute degli abitanti delle tribù autoctone è a rischio a causa dei metodi di estrazione dell’oro.
L’impatto ambientale in Amazzonia
L’Amazzonia peruviana concentra in sé stessa una biodiversità che fa invidia a tutto il mondo. Nella foresta, infatti, abita uno straordinario numero di specie rarissime di piante e animali. Si va da esemplari particolari di giaguari, scimmie e moltissime farfalle (1200 specie) fino all’armadillo gigante (il Proidontes maximus). Nella riserva naturale di Tambopata abitano inoltre 632 specie di uccelli e 169 diversi mammiferi.
Dal 1985 al 2017, però, nella sola zona di Madre de Dios sono stati abbattuti 96mila ettari di foresta e, nel 2017, uno studio della Wake forest university e di altri enti evidenzia un aumento esponenziale delle zone di deforestazione dovute alle miniere d’oro. Nel 2018 l’estrazione aurea ha portato alla deforestazione per altri 9000 ettari. E la situazione va peggiorando. Nel 2019, secondo uno studio del Monitoring of the Andean Amazon Project (MAAP), si è arrivati a distruggere altri 22.930 ettari di foresta amazzonica.
In questo contesto, la biodiversità è destinata a scomparire nel territorio dei “fiumi d’oro”. Il significato dell’appellativo si spiega grazie alla foto satellitare del dicembre del 2020 di un fotografo della Nasa, in cui il fenomeno si mostra in tutta la sua vastità.
La criminalità organizzata e il mercurio
Nelle miniere d’oro illegali in Amazzonia è fortissima l’impronta della criminalità organizzata (cartelli della droga sudamericani). Le bande criminali finanziano, infatti, le estrazioni su scala industriale, creando un mercato in costante fioritura. Lo sfruttamento del territorio e del lavoro minorile comporta, inoltre, un abbondante afflusso di risorse che rigenerano il settore. Una riproduzione efficace della realtà dei “fiumi gialli” è proprio la foto satellitare della Nasa. Nella foto, quelle che sembrano vie dorate sono solo desolanti strade illuminate prive di vegetazione, dove al posto della foresta ci sono sentieri, fosse d’acqua e colline di sassi e terra.
In questo scenario si profila anche un’altra minaccia: il mercurio. Infatti, privi delle tecnologie adeguate, i lavoratori delle miniere, per estrarre l’oro dalla sabbia, usano proprio questa sostanza. Il mercurio viene poi riversato nei fiumi alle cui fonti attingono le popolazioni delle tribù autoctone. L’immissione del mercurio, a tonnellate, nell’acqua o nel terreno usato per coltivare, porta gli abitanti dell’Amazzonia a cibarsi di sostanze altamente tossiche, con ripercussioni ancora sconosciute sulla loro salute.
La corsa alle miniere d’oro in Amazzonia non finisce qui
Si potrebbe pensare che, una volta riconosciuto il problema, si cominci ad agire per risolverlo. Negli anni, il governo peruviano ci ha tentato. Squadroni dell’esercito sono stati mandati per vigilare sulle miniere e cacciare i lavoratori dai luoghi incriminati; ma le miniere d’oro hanno continuato a espandersi nella foresta.
Ad oggi, da due anni, il prezzo dell’oro è schizzato alle stelle e le autorità locali non si permetterebbero mai di fermare un traffico di denaro così ingente. Probabilmente, zoomando sulla foto dei “fiumi d’oro” si potrà vedere una delle ultime conseguenze delle miniere: i tanti, minuscoli, villaggi che stanno sorgendo intorno alle fosse d’acqua, nel cuore dell’Amazzonia.
Antonia Ferri