Ritrovarsi su un’isola fatta di blocchi cubici, dove costruire il mondo intero partendo da zero. L’eroe del libro di Max Brooks intitolato “Minecraft – L’isola” (Mondadori) viene catapultato nel mondo squadrato e bassa definizione del gioco creato da Markus Persson e sviluppato da Mojang.
Il videogame Minecraft è stato lanciato sul mercato nel 2011 e da allora è diventato un fenomeno culturale di portata planetaria. Non sorprende quindi che il romanzo di Brooks, il solo ad essere stato autorizzato da Mojang AB e Mojang Synergies AB, è posizionato saldamente ai vertici delle classifiche americane da 14 settimane.
Il videogioco: un successo planetario
La storia parte dal naufragio del protagonista, ispirato senza mezzi termini al “Robinson Crusoe” di Daniel Defoe, che Brooks cita esplicitamente nei suoi ringraziamenti. Un libro a lui caro e scoperto in giovane età grazie ai buoni consigli letterari di sua madre, la grande attrice hollywoodiana Anne Bancroft.
L’isola di Defoe era fatta di natura selvaggia e spiagge desolate. Quella di Brooks è quadrata, composta da cubi, dove i vestiti e le cortecce d’albero sono decorazioni superficiali in ossequio all’universo digitale di Minecraft. Il secondo videogioco più venduto della storia con 121 milioni di copie. Argomento di discussione e passatempo preferito dei YouTuber di tutto il mondo. Un gioiello acquistato da Microsoft assieme alla casa di sviluppo svedese per 2 miliardi e mezzo di dollari. Simbolo indiscusso del decennio in corso. Icona generazionale dei millennial, innamorati della sua semplicità ludica, che richiede la ricerca di risorse e la costruzione di oggetti e ambienti, liberando la fantasia in uno spazio illimitato.
Le stesse azioni richieste al protagonista del romanzo, a cui capita di risvegliarsi in un corpo squadrato con la stessa inquietudine e sorpresa di un moderno Gregor Samsa. Senza però cadere nel più cupo abbandono, come accade invece con “La metamorfosi” di Kafka.
Il romanzo: metafora etica e psicologica
Nel libro il protagonista accetta la sfida e affronta la nuova realtà costruendo da zero un mondo in cui riuscire a sopravvivere alle minacce, tra cui gli immancabili zombie. Classici antagonisti del videogioco e riferimento metaletterario di Brooks al suo best seller “World War Z“, diventato poi blockbuster hollywoodiano con Brad Pitt.
L’eroe vivrà la propria avventura in compagnia di una mucca parlante, Mu, in linea con l’umorismo tipico del gioco. Dall’iniziale tormento esistenziale, il personaggio passerà ad una visione ottimistica della sua nuova esistenza, capendo che il suo obiettivo è mettere al loro posto tutti i pezzi.
Un’azione continua di estrazione e costruzione dell’ambiente che eleva la dinamica del videogioco a metafora del discorso etico e psicologico della soggettivazione: la costruzione del se. Il romanzo di Brooks è il tentativo riuscito di sviluppare attraverso la narrativa l’aspetto tematico del videogioco, la realtà intesa come continua scoperta e creazione, senza badare alla trama per altro sempre in divenire essendo continuamente costruita dal giocatore.
Michele Lamonaca