“Mind the gap”, una voce per ricordare

Mind the gap

E se una mattina improvvisamente non poteste più sentire la voce della persona che amate? La voce con cui avete costruito una vita, affrontato l’oggi e pianificato il domani? Una tenera storia d’amore e di come la compassione umana possa fermare lo scorrere del tempo.

Una storia d’amore al suono di Mind the gap

E’ il 1992 Margaret McCollum e Oswald Laurence si incontrano in Marocco. Lei una giovane dottoressa, lui un aspirante attore, guida turistica del viaggio galeotto. Sembra quasi di vederli mentre si scambiano sguardi furtivi e incominciano a scrivere la loro storia insieme. Una vicenda come un’altra, perfetta trama di un film strappalacrime di Nicholas Sparks che però è tutt’altro che inventata. Tornati in Inghilterra si giurano eterno amore e si stabiliscono nel nord della capitale. Oswald non riesce a sfondare nel mondo dello spettacolo, allora si adatta e, tra le altre cose, dagli anni ’70 sarà la voce Mind the gap della Northern Line. Sfortunatamente viene a mancare nel 2007.

“Mind the gap”, una voce per ricordare

Una coppia di altri tempi, esempio di condivisione e sacrificio reciproco.  Un’immagine che evoca quella dei nonni, il duetto più famoso nella storia. La donna però non lascia che il dolore prenda il sopravvento. Riprende la sua vita senza mai abbandonare il ricordo del suo Oswald. Tutte le mattine si reca come sempre sul posto di lavoro e non manca mai di passare per la fermata di Embankment. Qui si siede tranquilla in attesa del suo vagone ma con l’orecchio teso. Aspetta che una parte di colui che ha amato le venga restituito in onde sonore.

La nuova “Mind the gap”

Pochi secondi è la durata della celebre frase che viene pronunciata quando la metro arriva alla fermata successiva. Tuttavia negli anni è diventata essa stessa attrazione  per ogni turista che si rispetti e che visiti la città. Sottofondo che scandisce le tratte è un lontano mormorio per i “commuters“, abituati alla sua presenza. Almeno quanto i pendolari nostrani alla campana che annuncia l’arrivo del treno di cui certo nessuno si meraviglia. Non per tutti però “mind the gap” rappresenta lo stesso noioso avviso di prestare attenzione.

In passato potevano percepirsi i toni caldi delle persone in carne ed ossa che le avevano registrate e coglierne le espressioni e le diverse intonazioni. Tra questi la voce di Oswald Laurence risuonava in tutte le fermate della Northern, la famosa linea nera che collega alcuni tra i luoghi più centrali di Londra.

Dal 2012 il processo di digitalizzazione che ha interessato il famoso “tubo”, in gergo, coinvolge anche “mind the gap”. Viene sostituita con un suono computerizzato, freddo e impersonale. Tanti saluti alle accoglienti voci precedenti e a coloro che ne erano stati i legittimi proprietari. Pochi avranno notato la differenza nella corsa mattutina con il bicchiere di cappuccino tra le mani e la testa piena dei mille programmi e impegni della giornata. La cosa non è però sfuggita alla signora McCollum. “E’ stato uno shock” ha dichiarato in seguito.

I ricordi del cuore

La voce che tanto aspettava di sentire ogni mattina era scomparsa, sostituita improvvisamente con quella di un computer. L’uomo che prematuramente aveva perso le veniva strappato un’altra volta. Sentire la sua voce in quella breve frazioni di secondi rappresentava per lei un incontro con il compagno, una connessione non fisica che li avvicinava. Come amanti separati da una porta, impossibilitati a toccarsi ma in grado di percepirsi. Marcel Proust diceva: “l’odore e il sapore delle cose rimangono a lungo depositate, pronte a riemergere” e i suoni non fanno di certo eccezione.

La lettera

La donna decide allora ti fare un ultimo tentativo per non rinunciare ad ascoltare quella voce. Scrive al servizio amministrativo della metropolitana di Londra raccontando la sua storia. Con estrema gentilezza non avanza pretese, chiede solo di poter ricevere il nastro registrato dal marito. Spera di poter continuare tramite quella voce ad emozionarsi e a ricordare.

Un esempio di tenerezza

I destinatari quando tra le moltissime lettere di lamentele e scialbe richieste leggono le sentite parole di Margaret ne rimangono molto colpiti. Sono sinceramente dispiaciuti per le vicende della coppia ed è a questo punto che compiono un gesto che non ci si sarebbe aspettati. Non solo accolgono la domanda ma reintroducono la voce dell’uomo alla fermata di Embankment, caratteristica che la differenzia da tutte le altre. Un esempio di compassione ed empatia che rompe le logiche delle esigenze di profitto. Dimostra che è ancora possibile lasciarsi attraversare dalle emozioni al punto tale da intenerirsi. In una società che corre veloce, sorda alla lingua del cuore, questa vicenda rappresenta un baluardo di umanità.

Ricordare per far vivere

La signora McCollum si è dichiarata colpita dall’iniziativa. “Oswald sarebbe commosso e per me è il modo migliore per ricordarlo. Sapere di potere andare lì e ascoltare ancora la sua voce mi è di grande conforto. Lui non è mai andato via dalla mia testa e dal mio cuore” ha dichiarato.

Come la fine di un viaggio straordinario la morte spaventa. Doloroso è il solo pensiero di perdere chi si ama. Morire non rappresenta però il capitolo finale, l’ultima pagina del libro della vita. E’ più l’ultimo atto in cui si è protagonisti ma non personaggi. Ugo Foscolo diceva: “Un uomo non muore mai se c’è qualcuno che lo ricorda”. Oswald  continua a vivere attraverso la moglie Margaret e tutti i frequentatori occasionali della fermata di Embankment che avranno cura di ricordarsene.

 

Sofia Margiotta

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