Il lavoro delle ONG, le restrizioni legali, il diritto di manifestazione.
Tutte le interferenze tra l’esecutivo e la società civile rischiano di minare le fondamenta delle democrazie europee
L’ultimo rapporto annuale della Commissione Europea sullo stato di diritto contiene raccomandazioni sullo spazio della società civile a diversi Paesi membri.
Le raccomandazioni servono a incoraggiare gli Stati membri a portare avanti le riforme in corso o pianificate, e ad individuare i punti in cui sono necessari miglioramenti.
Tra le minacce alla società civile evidenziate ci sono restrizioni legali, critiche pubbliche e sistemi giudiziari intimidatori.
Il diritto di protesta nel Regno Unito
Il Regno Unito, a partire dal 2022, ha visto restrizioni sempre maggiori verso il diritto di protesta.
Le polemiche sono nate a seguito della protesta del gruppo ambientalista Just Stop Oil, che ha portato all’arresto di tre giornalisti e diversi attivisti ai sensi del Public Order Bill.
Si tratta di un disegno di legge introdotto nel 2022, il quale prevede di “dare alla polizia gli strumenti necessari per affrontare tattiche pericolose e altamente dirompenti, utilizzate da una piccola minoranza di manifestanti, per creare scompiglio tra le persone che svolgono la loro vita quotidiana”.
Ciò ha subito allertato diverse organizzazioni tra cui Liberty, Big Brother Watch, Amnesty International UK e l’Unione Nazionale dei Giornalisti, i quali hanno scritto una lettera al governo per sollecitare un ripensamento sul Public Order Bill.
Alla luce di questi eventi, e nel contesto della creazione di ulteriori poteri di polizia per limitare il diritto di protesta, vi chiediamo di commissionare una revisione indipendente del nuovo reato di disturbo pubblico e di sospendere e riconsiderare i piani per limitare il diritto alla libertà di espressione degli individui attraverso il Public Order Bill, che colpirà in modo sproporzionato le comunità per le quali questo diritto è più urgente
Inoltre, diversi enti di beneficenza hanno segnalato pressioni da parte di membri del partito conservatore, attraverso critiche pubbliche e mediante il principale ente regolatore dei gruppi che godono dello status di esenzione fiscale.
Denunce simili sono state fatte da organizzazioni che criticavano pubblicamente la storia del colonialismo britannico e le mancanze del governo in materia di razzismo.
La Francia e il rapporto con il mondo islamico
In Francia, ha ricevuto molte critiche il comportamento del governo nei confronti delle comunità islamiche e dei gruppi contro le discriminazioni.
A denunciare la situazione sono i gruppi critici verso lo Stato, minacciati da decreti governativi e congelamento dei beni.
Alla fine del 2021, il Consiglio di Stato ha approvato la richiesta delle autorità sulla dissoluzione del collettivo anti-discriminazione Collettivo contro l’islamofobia in Francia (CCIF).
Negli anni precedenti, il collettivo si era impegnato nel fornire supporto legale alle persone costrette ad affrontare discriminazioni anti-musulmane, e nel documentare l’impatto discriminatorio delle misure antiterrorismo adottate dalla Francia.
La dissoluzione del CCIF è arrivata dopo una controversa proposta di legge dell’agosto 2021, pensata per “combattere il separatismo e gli attacchi alla cittadinanza francese“.
Questa legge prevede che i collettivi sottoscrivano un contratto di lealtà non ben definito, anche per ricevere finanziamenti pubblici.
La legge ha subito allarmato la Commissione Nazionale Francese per i Diritti Umani e la Commissione Europea, la quale ha osservato che le ONG dovrebbero essere libere di ricevere contributi da un altro Stato o da organismi multilaterali.
Inoltre, secondo gli esperti, il testo non inquadrerebbe sufficientemente i poteri dell’amministrazione per evitare liquidazioni arbitrarie delle associazioni.
La Grecia e le minacce del sistema giudiziario
La Grecia si trova da alcuni giorni nella polemica a causa di un processo intentato contro alcuni attivisti che hanno prestato soccorso a migranti arrivati nel Paese.
I 24 attivisti sono accusati di traffico di esseri umani, riciclaggio di denaro, e appartenenza a un gruppo criminale e spionaggio.
Il gruppo in questione è l’Emergency Response Centre International (ERCI), una squadra di ricerca e salvataggio che ha partecipato a operazioni nelle acque territoriali greche tra il 2016 e il 2018.
Bill van Esveld, direttore associato per i diritti dei bambini di Human Rights Watch, ha considerato i provvedimenti presi dalla Grecia “vessatori“.
L’uso improprio che le autorità greche fanno del sistema giudiziario penale per perseguitare questi soccorritori umanitari sembra essere finalizzato a scoraggiare futuri sforzi di salvataggio, che non faranno altro che mettere a rischio vite umane.
L’indagine approssimativa e le accuse assurde, tra cui quella di spionaggio, contro persone impegnate in un lavoro di salvataggio, puzzano di procedimenti giudiziari a sfondo politico
L’Italia e il rapporto con le ONG
Anche in Italia le ONG hanno subito restrizioni, in particolare con l’approvazione di una nuova legge.
Lo scorso 3 gennaio, è entrato in vigore un nuovo decreto-legge per la gestione dei flussi migratori, il quale limita le attività delle navi con disposizioni in contrasto con il diritto internazionale ed europeo.
In particolare, il decreto impone alle navi l’obbligo di raggiungere immediatamente, senza ritardo, il porto assegnato dall’Italia, vicino o lontano.
Inoltre, le modalità di soccorso non devono “aver concorso a creare situazioni di pericolo a bordo né impedito di raggiungere tempestivamente il porto di sbarco“.
Ciò impone le navi non possano soccorrere persone a rischio di naufragio diverse da quelle già soccorse, né trasbordarle da una nave umanitaria all’altra.
Secondo l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI), il decreto si scontra con l’obbligo di soccorso imposto dal Codice della Navigazione italiano e dal diritto internazionale.
Inoltre, le ONG impegnate nel soccorso dei migranti in Italia, hanno dichiarato di aver dovuto affrontare pressioni tra cui diffamazioni e sorveglianza, comprese intercettazioni non autorizzate e azioni penali.
Minacce alla società civile: una situazione da tenere sotto controllo
A denunciare la situazione delle società civili in Europa è Human Rights Watch.
A livello internazionale, si normalizza l’idea che l’interferenza dell’esecutivo con il lavoro legittimo della società civile sia accettabile, minando gli sforzi dell’UE e di altri governi europei per promuovere lo spazio per i gruppi della società civile in altre parti del mondo
Proteggere il ruolo delle ONG e dei gruppi indipendenti, anche quelli con cui non condividiamo i valori, è importante per salvaguardare la democrazia.
Minacciare il loro lavoro, infatti, le rende meno capaci di rispondere ai bisogni e di proteggere i diritti e gli interessi di coloro per i quali lavorano.
Per invertire la tendenza delle minacce contro la società civile, è importante il ruolo degli organismi e dei tribunali regionali e internazionali, come il Consiglio d’Europa, la Corte europea dei diritti dell’uomo e gli organismi delle Nazioni Unite.
Anche l’azione dei legislatori è fondamentale per evidenziare l’interferenza dell’esecutivo con la società civile.
Ma anche la solidarietà pubblica è un elemento importante.
In questo modo, i gruppi hanno meno probabilità di essere presi di mira, e possono contribuire a preservare lo spazio per gli altri.
Giulia Calvani