L’accaduto
Erano le quattro di questa mattina quando alcuni ignoti si sono introdotti nell’abitazione di Ostia antica dove Federico Ruffo vive con la sua famiglia. Gli sconosciuti hanno dapprima cosparso di benzina l’ingresso, il pianerottolo e la porta dell’appartamento del giornalista, apparentemente con l’intento di appiccare un incendio, per poi in realtà fuggire dopo aver disegnato una croce rossa sul muro. Fondamentale si è rivelato l’intervento del cane di Ruffo, il cui abbaiare avrebbe fatto allontanare gli attentatori, impedendo loro di concludere il loro proposito criminale.
Il racconto di Report
I carabinieri chiamati ad indagare hanno acquisito materiale riguardante le minacce ricevute sui social dal giornalista e dal direttore della trasmissione Report, Sigfrido Ranucci. Federico Ruffo è infatti l’autore dell’inchiesta “Una signora alleanza” atta a fare luce sui rapporti tra ‘ndrangheta, alcuni dirigenti della Juventus ed alcuni ultras. La pagina facebook di Report ha denunciato quanto accaduto a Ruffo pubblicando un post ed un video nel quale lo stesso giornalista racconta la vicenda. Il post richiama anche l’attenzione sul problema di un’intera categoria, quella dei giornalisti, “vittime di un clima di crescente violenza e insofferenza“.
Le reazioni sui social
Il post di Report ha chiaramente suscitato diverse reazioni da diverse persone, e non sono mancati i commenti. In molti hanno espresso solidarietà nei confronti di Ruffo e della sua famiglia, e tra questi spicca Virginia Raggi. Non sono però mancati attacchi a Report, accusato di aver incolpato tifosi juventini dell’accaduto, nonostante tali illazioni siano provenute da altri commentatori. Numerosi sono i commenti che, pur esprimendo solidarietà nei confronti di Ruffo, non mancano di lanciare frecciate al mondo del giornalismo, categorizzandolo in “eroi” e “giornalai“.
Nonostante il post di Report si inserisca all’interno di un dibattito più ampio, non dobbiamo dimenticare che quanto accaduto a Ruffo esula parzialmente da esso. Federico Ruffo è innanzitutto un uomo che ha rischiato la vita per aver svolto il suo lavoro, e nei cui confronti va espressa massima solidarietà.