Mimmo Lucano, a lezione di solidarietà e umanità

Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, è un simbolo dell’accoglienza per i migranti in Italia. Si racconta di fronte ad una piazza gremita e forse un po’ tutti noi avevamo bisogno di questo vento di umanità, che abbatta muri e barriere e ci permetta di vedere gli orizzonti.

Nel piccolo comune calabrese, è riuscito a sviluppare un modello di integrazione apprezzato in tutto il mondo e studiato nelle università europee. La storia di Mimmo Lucano inizia negli anni Novanta quando arrivò un barcone partito dalla Turchia con a bordo 66 uomini, 46 donne e 72 bambini è approdato a cinquecento metri dalle coste di Riace Marina. I profughi venivano dall’Iraq, dalla Turchia e dalla Siria. Erano tutti curdi in fuga dalle persecuzioni politiche. Insieme alla sua associazione Città Futura, Mimmo insieme all’amministrazione locale per vent’anni ha offerto ai migranti gli appartamenti abbandonati del comune, a condizione che avrebbero dovuto seguire un corso di specializzazione e inserimento al lavoro.

Lucano è stato eletto sindaco per la prima volta nel 2004, di nuovo nel 2009 e infine nel 2014. Dal 2004 il centro storico totalmente spopolato hanno concesso ospitalità a oltre 6mila richiedenti asilo, integrandoli nel tessuto culturale cittadino e inserendoli nel mondo del lavoro del piccolo borgo, ridando di fatto alla città una nuova vita. Ed è stato proprio quel centro storico a tradirlo, non essendo stato così generoso. Ma a determinarne la sconfitta è stata la Riace Marina, più popolosa e meno interessata dal processo di rinascita del paese costruito attraverso il sistema di accoglienza.

Ad ottobre 2018, Mimmo Lucano è stato messo agli arresti domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Secondo quanto si legge in una nota, “la misura cautelare rappresenterebbe il risultato di indagini, coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica di Locri, svolte in merito alla gestione dei finanziamenti erogati dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace, per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico”. L’accusa è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e affidamento fraudolento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti a due cooperative della zona. 

Le scorse elezioni comunali non hanno visto vincente Mimmo Lucano come consigliere. La lista in cui si era candidato, “Il cielo sopra Riace” è arrivata terza, e avrà un solo seggio. Nelle città simbolo di accoglienza, Riace e Lampedusa, la Lega ha vinto di molto. 

La colpa più grave che si rimprovera a Mimmo Lucano è di aver travalicato il concetto di legalità, applicando un principio più umano: la giustizia sociale. La legalità per Mimmo Lucano è il rispetto delle leggi, anche di quelle ingiuste. La legalità non prevede nessun  esame di coscienza, nessuna domanda, ma una norma deve essere applicata in quanto tale.

Mimmo Lucano racconta un’altra Italia, quella che non odia l’altro o lo teme, ma lo accoglie e lo aiuta. Parla di sistema di accoglienza, che pur non ricevendo più finanziamenti dal 2017 e per il 2018 non è compresa tra gli enti beneficiari del finanziamento del primo semestrenonostante tutte le attività siano state svolte regolarmente. Perché questo è il senso di legalità di Mimmo Lucano: continuare ad applicare la legge nonostante la mancanza di fondi, per il semplice motivo di voler aiutare l’altro. Racconta di una anziana donna del paese che di fronte alla domanda di un giornalista che le chiedeva se non avesse paura degli immigrati arrivati a Riace rispose: “cchiuù scuro d’a mezzanotte nun po venire”.

Serena Fenni
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