Poche ore fa la capitale è stata scossa da una tragedia. Un membro dell’Esercito italiano si è tolto la vita all’interno di un bagno della stazione metro “Barberini”, situata al centro di Roma. Il militare suicida aveva 29 anni, era sposato ed aveva un figlio.
Un turno di controllo apparentemente normale
Era un caporalmaggiore del I Reggimento bersaglieri di Cosenza ed era in servizio per i controlli antiterrorismo. Da alcuni mesi è stata infatti messa in atto l’operazione Strade Sicure e il militare suicida era in servizio assieme ad un collega proprio per vigilare sulle persone che ogni giorno frequentano un luogo molto trafficato, come può essere la metropolitana di Roma. In particolare, l’uomo e il collega erano preposti al controllo dei tornelli dellla linea A. Ad un certo punto, il militare suicida ha lasciato il compagno e si è diretto da solo verso un bagno della metro, riservato al personale di servizio della metro e anche alla vigilanza.
Un’arma ancora da chiarire
Ad inquadrare il suo ingresso in bagno è stata una telecamera di servizio. Pochi secondi dopo, si è udito il rumore di un forte sparo. Il collega rimasto ai tornelli è subito accorso nella toilette e ha trovato il militare suicida con l’arma ancora in mano. Purtoppo per lui non c’è stato nulla da fare e i soccorsi si sono rivelati vani. L’arma usata per spararsi un colpo alla testa sarebbe il fucile d’assalto Beretta che hanno in dotazione i militari dell’Esercito italiano; secondo altre fonti si tratterebbe invece della “pistola dell’equipaggiamento data in dotazione per il turno di servizio”.
I primi rilievi
Subito dopo il tragico evento, la stazione è stata chiusa e sono arrivati sul posto i carabinieri del nucleo investigativo e della compagnia Centro e altri ufficiiali dell’Esercito per effettuare i primi rilievi. Al momento le indagini sono in corso e non si sa ancora quali siano stati i motivi che hanno potuto provocare un gesto così estremo. Dopo alcune ore, alle 16:30, la stazione è stata riaperta al pubblico.
Carmela Morello