Il governo argentino, guidato da Javier Milei, ha suscitato polemiche con la proposta di eliminare il reato di femminicidio in Argentina dal codice penale. La misura, presentata come un passo verso la parità davanti alla legge, è parte di un piano più ampio che mira a ridimensionare e limitare le politiche di genere, sollevando critiche da opposizioni e movimenti femministi.
L’annuncio e la sua motivazione
Il governo argentino, guidato dal presidente Javier Milei, ha annunciato l’intenzione di rimuovere il reato di femminicidio dal codice penale, scatenando polemiche e dibattiti accesi in tutto il Paese. Il ministro della Giustizia, Mariano Cúneo Libarona, ha dichiarato che l’eliminazione del reato di femminicidio in Argentina si basa sul principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione nazionale, sottolineando che “nessuna vita vale più di un’altra”.
Secondo Cúneo Libarona, l’attuale normativa, che prevede pene aggravate per gli omicidi legati alla violenza di genere, rappresenta una distorsione del concetto di uguaglianza, creando privilegi che contrappongono uomini e donne.
La normativa attuale e il suo impatto
Il reato di femminicidio in Argentina era stato introdotto nel 2012, durante il governo di Cristina Fernández de Kirchner, come aggravante per gli omicidi di donne in contesti di violenza di genere. Questa misura, considerata una conquista fondamentale dei movimenti femministi, mira a riconoscere e contrastare le disuguaglianze evidenti e strutturali e le dinamiche di potere che rendono le donne particolarmente vulnerabili alla violenza.
Tuttavia, il governo Milei ritiene che tale approccio favorisca un trattamento preferenziale per le vittime di genere femminile, violando il principio di uguaglianza di fronte alla legge.
Secondo i dati ufficiali, nel 2024 in Argentina si sono verificati 255 femminicidi, il 66% dei quali avvenuti tra le mura domestiche e l’84% commessi da persone che avevano una relazione con la vittima. Questi numeri evidenziano la persistenza di un fenomeno drammatico, che molti ritengono richieda politiche specifiche piuttosto che una rimozione normativa, che altro non farebbe che esaltare ed esasperare l’oppressione di genere in Argentina.
Un piano più ampio contro le politiche di genere
L’intenzione di abolire il reato di femminicidio in Argentina si inserisce in un piano più ampio del governo Milei, volto a smantellare molte delle conquiste ottenute dai movimenti femministi negli ultimi decenni. Già durante il Forum economico mondiale di Davos, Milei aveva definito in maniera delirante il femminicidio una norma che “legalizza l’idea che la vita di una donna valga più di quella di un uomo”. Il presidente argentino ha criticato aspramente le cosiddette “politiche woke” e il femminismo radicale, descrivendoli come delle malattie da curare.
Oltre alla proposta di eliminare il reato di femminicidio in Argentina, il governo sta valutando altre misure, come l’eliminazione di riferimenti normativi alle quote di genere nel mondo del lavoro e la cancellazione del riconoscimento del genere non binario nei documenti ufficiali, come già sta avvenendo negli Stati Uniti con la nuova Presidenza Trump.
Queste iniziative si allineano con la visione politica di Milei, che ha paragonato il suo approccio a quello dell’ex presidente statunitense Donald Trump, noto per le sue posizioni controverse su aborto e politiche di genere.
Le difficoltà politiche e la resistenza sociale
Per modificare il codice penale, il governo Milei deve ottenere l’approvazione del Parlamento, dove però si trova in minoranza. L’opposizione di centro-sinistra, che aveva introdotto pene più severe per il femminicidio, ha già dichiarato la propria contrarietà al progetto. Parallelamente, numerose organizzazioni per i diritti delle donne hanno denunciato che la proposta del governo rappresenta un pericoloso passo indietro nella lotta alla violenza di genere.
Secondo le associazioni, eliminare il reato di femminicidio in Argentina significherebbe ignorare le profonde disuguaglianze sociali e culturali che rendono le donne più vulnerabili alla violenza. I critici sottolineano anche che, senza norme specifiche, il sistema giudiziario rischia di non considerare adeguatamente il contesto di genere nei casi di omicidio.
La proposta di Milei ha sollevato timori non solo per le conseguenze immediate sulla protezione delle vittime di violenza di genere, ma anche per il segnale politico che rappresenta. Secondo molti, eliminare il femminicidio dal codice penale rischia di legittimare una narrazione che minimizza la gravità della violenza contro le donne e ignora la necessità di affrontare le disuguaglianze strutturali. In un momento in cui l’Argentina registra ancora centinaia di femminicidi ogni anno, molti vedono nella proposta del governo una mossa che contraddice gli sforzi globali per combattere la violenza di genere.