Dal 20 al 26 Novembre si è svolta la Milano Music Week. In questi giorni ci sono stati numerosi concerti e dj set e sono stati presentati anche molteplici panel, workshop e incontri di vario tipo dedicati all’universo musicale. Uno dei panel trattati riguarda lo studio sulla disparità di genere nella musica. Questo studio è stato realizzato da Equaly, prima realtà italiana che si occupa di parità di genere nel music business, a seguito di un questionario sviluppato due anni prima sulla violenza e le molestie nelle lavoratrici della musica
Equaly sulla disparità di genere nella musica
Il 24 Novembre, all’interno del Milano Music Week, sono stati presentati i dati della ricerca in Italia sulla disparità di genere nella musica, in un panel curato dalla cantante Francesca Michelin. Lo studio è stato realizzato da Equaly e arriva a distanza di due anni dal lancio del questionario, in collaborazione con la Dottoressa in Sociologia del Lavoro Rebecca Paraciani, sulla violenza e le molestie nei confronti delle donne nel mondo della musica. È stato creato, nel 2021, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne e si è svolto in forma totalmente anonima, inoltre, rimane ancora attivo sul sito Equaly per raccogliere sempre nuovi dati.
Gli ospiti della giornata che ne hanno parlato sono stati:
- Francesca Barone (co-founder Equaly e Music Supervisor);
- Rebecca Paraciani (ricercatrice in Sociologia);
- Daniele Demartini (CFO e HR Director Universal Music Italia);
- Francesca Bubba (attivista e autrice);
- Angelica (artista).
L’incontro è stato moderato da Martina Mozzati( Brand Manager di Cosmopolitan).
Come ha spiegato Francesca Michelin, il panel riflette su quella che è la situazione ad oggi delle donne che fanno musica in Italia sia da un punto di vista dei dati sia dei sentimenti che le donne, spesso vittime di sessismo o mortificazione, sono costrette a provare:
“Ogni donna deve dimostrare di essere ancora più brava degli uomini per ricoprire un ruolo e questo spesso si scontra con un pubblico che tende a preferire musica di artisti uomini.”
Equaly, al Milano Music Week, ha presentato i dati che sono emersi dai 153 questionari raccolti dal 2021 fino ad oggi ed è uscito fuori che atteggiamenti molesti e violenti trovano spazio laddove mancano definizioni precise. Per questo, secondo le relatrici e relatori, bisogna iniziare a definire come lavoro, a tutti gli effetti, quello dell’industria musicale e, imparare a capire le diverse forme di violenza e a definirle. La violenza psicologica risulta la più frequente ma anche quella più difficile da riconoscere.
I numeri allarmanti della ricerca
I numeri raccolti dai questionari sono allarmanti:
- il 17% delle donne sostiene di non aver mai subito alcun tipo di discriminazione nel luogo di lavoro;
- l’83% dichiara di essersi sentita discriminata almeno una volta;
- il 73,9% delle partecipanti afferma di aver subito discriminazioni sulla base del genere;
- il 9,1% dichiara di essersi sentito discriminato per motivi di provenienza geografica, la giovane età e il proprio orientamento sessuale;
- solo il 22,9% dichiara di non avere mai subito comportamenti violenti durante il proprio lavoro.
A queste si aggiunge un 21,6% di lavoratrici che afferma di aver subito più di un tipo di violenza:
- il 35.3% di tipo psicologico;
- il 9,8% di tipo economico;
- l’1,4% di tipo fisico.
Un altro risultato che emerge dai questionari somministrati da Equaly è che la quasi la totalità delle donne ha subito una discriminazione sulla base del genere. Il mondo della musica sembra essere dominato da soli uomini, in particolar modo in Italia. Infatti, per le donne entrare nell’industria musicale risulta essere molto più complicato. È presente anche un forte gap economico, in cui le donne, a parità di ruolo, guadagnano meno degli uomini.
Come si è discusso alla Milano Music Week, se si pensa al Festival di Sanremo dal 1950 al 2022 solo il 5,9% dei cantanti in gara è donna:
- Il 15,4% nel ruolo di presentatrici;
- 1,3% direttrici artistiche.
Dalle testimonianze, inoltre, sono emerse numerose frasi orribili che ogni donna che fa parte del mondo della musica si è sentita dire almeno una volta:
“Le donne non hanno fantasia artistica, si limitano solo ad emulare ciò che è stato creato dai musicisti uomini. Zero neuroni per zero neuroni almeno ne prendevo una più bella. Sei troppo sensibile. Lei ha il problema dei figli. Ma è tutta tua la strumentazione? La monti da sola?”
L’industria musicale è fatta di uomini che non credono nelle capacità della donna, che cercano di porre la maternità come un problema, che oggettivizzano la donna prendendo solo in considerazione il suo corpo e che rendono vittime le donne di commenti sessisti e violenze sessuali. Questi dati vogliono portare alla luce una situazione di cui se ne parla poco, sperando che in qualcuno si accendi una piccola scintilla che gli possa far aprire gli occhi perché, ricordiamolo sempre, le donne valgono quanto gli uomini.