A Milano le barriere anti terrorismo si trasformano in vere e proprie opere di street art
Può l’arte, con i suoi colori, contaminare il terrorismo? E in che modo ciò che è vita colora il nero della morte? La risposta viene da Milano, dove le barriere antiterrorismo diventano vere e proprie opere d’arte, firmate da Manu Invisible.
L’uccisione, a Sesto San Giovanni, di Anis Amri – l’autore della strage di Berlino – è il detonatore che fa esplodere l’elemento psicogeno. Il sangue già sparso nel cuore dell’Europa ha instillato ovunque diffidenza e paura. Per questo, l’assessorato alla Sicurezza non esita e contatta l’artista sardo, da poco stabile a Milano, e gli lascia carta bianca. Per far sì che la gente potesse vivere un Natale sereno, nonostante l’insidia rappresentata dal terrorismo.
Così nasce Navidad, realizzato su un new jersey in Piazza Duomo. Pezzi di grigio che prendono colore, ad attutire la bruttura che solo la paura della morte può ingenerare. Manu Invisible, che ama lavorare di notte fino a vedere il sole che sorge, realizza il simbolo per eccellenza del Natale, la famiglia. Non una qualunque. Due renne, madre e figlio, che con le loro tinte forti donano amore e purezza alla vista dei cittadini, dimenticando – almeno per un attimo – che si tratta di una barriera anti sfondamento installata per prevenire atti terroristici.
Tutto qui? Decisamente no! Altro obiettivo è Piazza Fontana, luogo scolpito nella memoria dei più per essere già stato scenario di tragicità e morte, il 12 dicembre del 1969. Un ordigno venne piazzato nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura, diciassette morti. Sui prefrabbricati della piazza, Manu Invisible sceglie di realizzare una fantasia floreale. Dopotutto, quale migliore simbolo di pace, se non un fiore?
Ancora temi naturalistici, con un pappagallo Ara circondato da foglie di palma e di monstera, nel quartiere Isola, nel Centro Direzionale di Milano, proprio ai piedi di quel Bosco Verticale realizzato dall’archistar Stefano Boeri.
Manu Invisible non è stato l’unico a promulgare l’arte contro il terrorismo, in giro per la città meneghina. Con lui anche Berto 191, Frode e altri street artist. Da sempre, l’arte è stata il migliore antidoto alla violenza delle guerre. Elemento unificatore, linguaggio universale. Questa volta, con Manu Invisible e gli altri, l’amore cura il dolore delle ferite di un’Europa ancora sanguinante.
Alessandra Maria