In una sosta per disabili in via Montenapoleone, a Milano, sabato pomeriggio ha avuto luogo un episodio surreale e alquanto spregevole. Il proprietario e conducente di una Ferrari blu, dopo aver posteggiato l’automobile in modo da occupare due posteggi riservati ai disabili, ha aggredito un uomo. Quest’ultimo non era altro che il padre di un ragazzo con un grave handicap, che aveva gentilmente chiesto all’automobilista, irrispettoso, di spostare un po’ più in avanti la macchina così da far scendere il figlio.
Da quel momento in poi, l’uomo è diventato bersaglio dell’ira e degli improperi dell’automobilista: “Io me ne frego di te e della polizia” e l’aggressione verbale è stata così forte da spaventare il figlio, che ha assistito a tutta la scena mentre si trovava in macchina.
Una storia che per i toni e le dinamiche è peggiore anche del cartello che a metà agosto era stato posto, a Carugate, in un posto riservato ai disabili e che era pieno di insulti e offese. Infatti il testo recitava: “A te handicappato che ieri hai chiamato i vigili per non fare due metri in più vorrei dirti questo: a me 60 euro non cambiano nulla, ma tu rimani sempre un povero handicappato”.
L’aggressione verificatasi nell’ultimo fine settimana, essendo avvenuta nel quadrilatero della moda, ha destato l’attenzione dei passanti e uno di loro ha chiamato la Polizia, che si è subito adoperata per rasserenare il figlio, tanto che il poliziotto Marcello Di Tana ha donato lo scudetto con “la pantera” al ragazzo.
Tra i testimoni, qualcuno ha fornito il numero della targa svizzera e in questo modo si è riusciti a rintracciare l’automobilista: si tratta di un imprenditore che in Italia ha numerosi precedenti, tra cui minacce e lesioni a pubblico ufficiale. Proprio a causa di questi precedenti, ha avuto sia la revoca del porto d’armi che della patente, quindi non avrebbe dovuto neanche guidare, anche se risulta in possesso di una licenza di guida svizzera.
Dalla stessa Lugano giungono le tracce che ricollegano l’uomo al mondo della finanza internazionale: il suo nome e le aziende che lo interessano in prima persona, sono protagoniste della “Panama papers”, il tanto discusso archivio dello studio legale panamense “Mossack Fonseca”. Quest’ultimo, negli ultimi dieci anni, si è occupato della gestione di numerose società offshore, che hanno permesso di riunire denaro proveniente da molti paesi.
A prescindere dalla fedina penale dell’aggressore, questo è l’ennesimo caso di intolleranza verso i portatori di handicap che denota un’involuzione culturale e civile generale. Proprio per questo motivo è necessario intervenire con pene che puntino a sviluppare la coscienza civile di ogni aggressore: una delle soluzioni più giuste sarebbe mandarli in strutture che si occupano di persone con diversi gradi di disabilità, così da poterli assistere in prima persona e prendere coscienza di quello che affrontano o superano ogni giorno.
Dorotea Di Grazia