Migrazioni e Richieste d’asilo nell’Unione Europea

L’Unione Europea si appresta a fare i conti con un nuovo picco di richieste di asilo, che nel 2023 tornano a toccare i massimi storici registrati nel biennio 2015-16.

migrazioni economiche Migrazioni e richieste d'asilo in Europa - sbarchi nel Mediterraneo 2023, traffico di organi

I dati relativi alle richieste d’asilo e alle migrazioni in Europa

Nel 2023 le domande di asilo nell’UE si sono attestate a 1.048.900, dato in crescita del 20% rispetto al 2022 quando furono 966 mila, e in aumento per il terzo anno consecutivo. L’elevato ammontare di richieste d’asilo è accostabile ai numeri registrati nel 2015-16 quando furono rispettivamente 1.3 e 1.19 milioni.

Il paese europeo che riceve il maggior numero di richieste d’asilo è la Germania, che nel 2023 si è vista recapitare quasi un terzo del numero totale di domande, ben 334.000. Seguono Francia, con 167.000, Spagna 162.000 e Italia 136.000. I dati sono stati pubblicati a fine febbraio 2024 dall’Agenzia dell’Unione Europea per L’asilo, (EUAA).

Tra le molteplici cause i conflitti armati rimangono il motivo principale che induce milioni di persone ad abbandonare il proprio paese d’origine. I cambiamenti climatici inaspriscono i fenomeni di siccità, carenza di cibo e carestia contribuendo in maniera costante ad aumentare le partenze.

Siria, Afghanistan, Etiopia, Ucraina, Myanmar, Palestina sono solo alcuni dei paesi che hanno affrontato o stanno affrontando conflitti disastrosi, e dai quali provengono il maggior numero di richiedenti asilo. Oltre alle guerre più note, vi sono una miriade di conflitti minori, che generano meno interesse mediatico, ma provocano le stesse condizioni di disperazione necessarie tra la popolazione di un paese che vede i propri cittadini emigrare in massa. Haiti, Mali, Sudan del sud, Yemen, Nagorno-Karabakh, Congo, solo per citarne alcuni.

Il ritorno della guerra alle porte dell’Europa ha contribuito all’aggravarsi della percezione del fenomeno aggiungendo 4,4 milioni di rifugiati ucraini in fuga dalle aggressioni russe. Per i cittadini ucraini non c’è bisogno di presentare ufficiale domanda d’asilo, per questo non figurano tra i richiedenti.

I cittadini siriani sono coloro che hanno sottoscritto il maggior numero di richieste d’asilo, in aumento nel 2023 del 38% rispetto l’anno precedente. La devastante guerra iniziata nel 2011 in Siria sta ancora avendo pesanti ripercussioni sulla vita della popolazione civile, più di 16,7 milioni di persone necessitano di assistenza umanitaria e il numero dei rifugiati nei paesi limitrofi ammonta a oltre 5 milioni distribuiti tra Turchia, Egitto, Iraq, Libano e Giordania. Più di 350 mila le vittime registrate in questo conflitto tra il 2011 e il 2021, di esse una su 13 era un bambino.

Migranti scomparsi

L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni ha presentato martedì un altro rapporto dal titolo: Missing Migrants (migranti scomparsi), in esso viene preso in analisi il monitoraggio delle principali rotte migratorie a livello globale e certifica la morte o la scomparsa di almeno 63.285 persone, di cui due terzi mai identificate.

Secondo il rapporto la maggior parte delle partenze avviene dal continente africano, da dove si registrano anche il maggior numero di vittime. La rotta più letale è la traversata del Mediterraneo, che registra 3.105 decessi nel solo 2023, l’affogamento risulta come la prima causa di morte. I dati drammatici sono stime al ribasso, in molti casi nonostante gli sforzi di monitoraggio non si riesce ad avere un quadro della reale portata del fenomeno, ad esempio i numeri delle vittime causate dai tentativi di attraversare il Sahara, che non possono essere considerati verificabili.

Anche in questa triste conta di vittime delle migrazioni si registra un aumento del 20% nel 2023 rispetto all’anno precedente.

All’avvento delle elezioni europee 2024, che si terranno tra il 6 e il 9 giugno, la questione migratoria interna all’Unione assume una rilevanza ancora più determinante.

Sono in aumento anche i dati relativi agli attraversamenti irregolari delle frontiere europee. Secondo l’Agenzia Europea della Guardia di Frontiera e Costiera Frontex nel 2023 gli arrivi di migranti irregolari in Europa si attestano a 380.000 ancora una volta in aumento del 17% rispetto al 2022 e nuovamente ai massimi livelli sin dal 2016.

Europa e migrazioni

Da almeno un decennio i partiti di destra ed estrema destra europei hanno condotto campagne elettorali che puntavano molto ad infuocare il dibattito pubblico sul tema delle migrazioni. La questione è più che mai sentita, nonostante gli scarsi risultati dei governi di destra o estrema destra europei nel contenere e limitari arrivi e sbarchi, come dimostra il caso italiano.

Il governo Meloni ha puntato moltissimo su questi temi durante la campagna elettorale e in quasi un anno e mezzo di governo si trova a dover far fronte ai peggiori dati riguardo gli sbarchi di migranti irregolari in Italia dal 2016.

L’Europa dal canto suo non sta facendo abbastanza per arginare la perdita di vite umane e gestire da protagonista questa disastrosa crisi umanitaria, nonostante gli impegni politici da parte di molti paesi si moltiplicano e l’attenzione dei media e del pubblico su questi temi sia in aumento.

Serve incoraggiare ogni attività di ricerca e salvataggio in mare, facilitare le procedure di richiesta d’asilo, istituire corridoi umanitari gestiti da autorità internazionali che rendano sicure le tratte migratorie e smettere di finanziare paesi politicamente instabili. Serve una politica europea coraggiosa che affronti il problema invece che rimandarlo.

Fabio Schembri

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