L’aspirazione e l’incremento degli ultimi anni delle migrazioni dall’Africa subsahariana è un fenomeno in continua crescita. Secondo un recente sondaggio di Gallup, oltre 900 milioni di adulti in tutto il mondo, pari al 16% della popolazione, hanno espresso il desiderio di lasciare il proprio paese. Questo dato riflette un incremento rispetto al decennio precedente e coinvolge non solo le aree del mondo afflitte da povertà e instabilità, come l’Africa occidentale, ma anche paesi considerati tradizionalmente mete ambite dai migranti, come Stati Uniti e Canada. Tra fattori economici, demografici, climatici e politici, il fenomeno della migrazione dall’Africa subsahariana si manifesta con sfaccettature complesse, creando nuove dinamiche sia nei paesi di partenza sia in quelli di destinazione.
Desiderio di migrare: l’attrazione di una vita altrove
La migrazione dall’Africa subsahariana continua a crescere: un recente rapporto Gallup rivela che nel 2023, il 16% degli adulti nel mondo – oltre 900 milioni di persone – ha dichiarato di voler lasciare definitivamente il proprio paese, un dato in linea con gli anni recenti ma superiore rispetto a dieci anni fa. Il fenomeno colpisce particolarmente l’Africa occidentale, con paesi come Liberia, Ghana e Nigeria tra i più inclini a emigrare, dove il desiderio di partire supera in alcuni casi il 50%. Tuttavia, il sogno di migrare non è uniforme e risente di molti fattori, dalla povertà ai cambiamenti climatici.
Fino al 2020, i tassi delle emigrazioni dall’Africa subsahariana erano più o meno uguali a quelli su scala globale: questa fascia della popolazione del continente africano ha sempre avuto infatti più necessità a lasciare il proprio paese. I paesi da sempre visti come i poli più attrattivi sono quelli più ricchi come il Sudafrica nella regione australe o la Costa d’Avorio, nella parte occidentale, un Paese ricco di lavoro sopratutto nei settori agricoli e minerari. I migranti etiopi o ugandesi tendono invece a fuggire verso l’Africa orientale.
Le ragioni del desiderio di migrare in Africa occidentale
Gli abitanti dell’Africa occidentale affrontano numerose sfide che li spingono verso la migrazione, tra cui povertà, disoccupazione e crisi ambientale. La regione ha infatti un alto tasso di crescita demografica e una carenza di risorse che spinge molti a cercare migliori opportunità altrove. La mancanza di mezzi per sostenere le nuove generazioni alimenta un fenomeno noto come “sindrome Japa“, una spinta a cercare condizioni di vita migliori, soprattutto tra i giovani. Le rimesse inviate dai migranti svolgono un ruolo fondamentale per l’economia locale, contribuendo anche fino al 15% del PIL in paesi come Gambia e Capo Verde.
Gli effetti del cambiamento climatico
L’aggravarsi delle condizioni climatiche, soprattutto nella regione del Sahel, rappresenta un ulteriore fattore di mobilità dunque una delle ragioni principali che risponde alle massicce migrazioni dal’Africa subsahariana. La desertificazione e l’innalzamento del livello del mare compromettono l’abitabilità di intere aree costiere e rurali, costringendo molte persone a migrare. Tuttavia, la siccità estrema può anche limitare la mobilità a breve distanza, influenzando le comunità pastorali e agricole e aggravando le tensioni per le risorse.
L’aumento della violenza e dei conflitti interni
Oltre alla pressione ambientale, i conflitti generati da gruppi jihadisti e le tensioni etniche nelle regioni di confine tra Nigeria, Niger e Mali contribuiscono a generare migrazioni forzate. Il continuo deteriorarsi delle condizioni di sicurezza ha prodotto centinaia di migliaia di rifugiati e sfollati interni, mentre le insurrezioni jihadiste colpiscono sempre più comunità rurali, creando ondate di migrazione verso paesi limitrofi e aree urbane.
Le reti migratorie si stabilizzano sopratutto verso i paesi confinanti o vicini, senza ricorrere – in un primo momento – ad un viaggio oltre il continente.
Il desiderio di partire anche nei paesi occidentali
Il fenomeno delle migrazioni dall’Africa subsahariana non è limitato ai paesi in via di sviluppo. Il Canada e gli Stati Uniti, tradizionalmente mete di migranti, stanno registrando un aumento di cittadini desiderosi di partire: rispettivamente il 20% e il 17% degli intervistati esprime l’intenzione di trasferirsi all’estero, segnalando un crescente desiderio di mobilità anche in contesti economicamente avanzati.
Seppur il desiderio di migrazione rimanga alto, le difficoltà economiche e le restrizioni alla mobilità limitano le reali possibilità di trasferimento. In anni recenti, anche la pandemia ha ridotto le migrazioni in uscita dall’Africa, creando un divario tra sogni e realtà migratoria.