Nella giornata del 17 agosto sono morte almeno 45 persone a bordo di una barca naufragata nel Mar Mediterraneo. Qualche giorno dopo sono arrivate ulteriori notizie: alcuni migranti superstiti alla tragedia raccontano la loro testimonianza.
Potrebbe trattarsi di due tragedie differenti
I superstiti informano che le persone a bordo della barca erano almeno 80, più di quelle che si pensavano. Inoltre l’associazione Alarm Phone, la quale si occupa del supporto indipendente di tutte le persone che attraversano il Mar Mediterraneo, ha ricevuto una chiamata d’emergenza il 15 agosto. Le organizzazioni internazionali comunicano informazioni discordanti da quelle dei migranti superstiti. Non è quindi ancora certo: potrebbe trattarsi della stessa barca che ha richiesto aiuto il 15 agosto e poi è naufragata due giorni dopo, oppure potrebbe trattarsi di due naufragi differenti.
Alarm Phone comunica su Twitter il 20 agosto:
È stato confermato un naufragio. Stiamo parlando con i sopravvissuti e indagando se si tratta della stessa barca con cui eravamo in contatto. Hanno detto di aver chiamato invano più volte le autorità. Secondo i sopravvissuti, una milizia ha sparato alla barca che ha poi preso fuoco.
Le notizie affermano che i migranti superstiti al naufragio sono stati aiutati da alcuni pescatori e riportati in Libia. Ma il racconto di un uomo in una chiamata ad Alarm Phone, riportato dal Manifesto, comunica quanto segue:
«Eravamo alla deriva quando siamo stati raggiunti da una motovedetta libica. I miliziani ci hanno detto che ci avrebbero salvati e riportati in Libia se gli davano i cellulari e i soldi, ma non avevamo soldi. E’ cominciata una discussione e alla fine loro hanno sparato sul gommone, hanno colpito il motore e alcune taniche di benzina. Ci siamo gettati in acqua, ma molti di noi sono morti»
Non è chiaro se i migranti sopravvissuti che si sono gettati in acqua siano gli stessi recuperati successivamente dal peschereccio o se si tratta di due barche differenti. In caso fossero due trasporti distinti non stiamo parlando della prima “barca fantasma”: la storia ricorda i 91 passeggeri partiti dalla Libia il 9 febbraio e scomparsi tutti.
La situazione degenera
E’ difficile tenere il conto perché sono numerosi gli approdi che si stanno verificando in questi giorni nelle coste italiane e secondo Alarm Phone, nei giorni scorsi erano almeno quattro le imbarcazioni in mare in attesa di un soccorso.
I soccorsi bloccati
Ad ogni modo le testimonianze dei migranti salvi confermano di non aver ricevuto aiuto da parte dei libici, né delle autorità di Malta o di tutti gli altri paesi circostanti. Anzi di essere stati danneggiati e lasciati alla deriva dalle milizie libanesi! Inoltre l’Italia ha sequestrato una quarta ulteriore nave umanitaria: la Viking Ocean. Le autorità europee delegano la Guardia Costiera Libica ma la situazione è fuori controllo.
I migranti intercettati dove finiscono?
L’OIM e l’UNHCRN sostengono che non tutti i migranti superstiti e riportati nella costa libica sono detenuti in centri ufficiali, molti sono addirittura consegnati ai trafficanti. Le persone ferite non vengono curate e spesso lasciate morire di stenti e denutrizione. Stiamo parlando di una reale carenza di soccorso e umanità. Anche Papa Francesco denuncia l’indifferenza nei confronti di migliaia e migliaia di uomini disperati lasciati alla morte.
Non si tratta di numeri: ma vite umane
Se conoscessimo la storia di ogni uomo e di ogni donna annegati in mare probabilmente saremmo meno crudeli. Invece ci basta sapere che sono migranti dall’Africa, non sappiamo nulla di loro e quel che proviamo è mera freddezza. Ma se sapessimo i loro nomi, le loro età e che si tratta anche di giovani laureati senza futuro con la passione della letteratura e il sogno di diventare uno scrittore, un bravo sarto o un ottimo cuoco, forse proveremmo qualche emozione.
Cristina Meli
Non sono numeri, no, ma vite sfortunate, troppo spesso spezzate.
Brava, fai bene a denunciare!
La vita è un bene sacro, unico e prezioso.
Ciao, Cristina, sempre interessante leggerti!
Marina
Sì infatti, la vita è un bene sacro, dici bene Marina. Grazie per leggerci sempre, a presto