Migranti e ONG minacciati. Il traffico di esseri umani prosegue nelle acque del Mediterraneo. Le ONG cercano di documentare ogni violenza, ma vengono minacciate dalla Guardia Costiera libica. Le violenze continuano, sia in mare che nei centri di accoglienza. Ma il loro eco difficilmente ci raggiunge. Eppure noi continuiamo a finanziarle.
In Libia proseguono le violenze nei confronti dei migranti, e non solo. Le ONG che operano sul Mediterraneo, alla ricerca di imbarcazioni, colme di migranti in viaggio verso l’Europa, si confrontano da sempre con la brutalità della Guardia Costiera libica.
Nelle ultime settimane, si è diffusa l’accusa fatta da Sea-Watch, nei confronti della Guardia Costiera libica. Tale accusa è provata dalle registrazioni vocali, nelle quali i libici minacciano di sparare razzi sugli aerei che sorvegliano le acque del Mediterraneo e che intercettano i migranti in mare. Dopo tali minacce, come i filmati mostrano, la Guardia Costiera libica, avvicinata al gommone, trascina i migranti sulla propria nave e dà fuoco all’imbarcazione.
Migranti e ONG minacciati. “Salvati” dal mare, tornano a casa: nei lager
I migranti e le migranti in mare, sono persone che sono riuscite nell’impresa di salire su di un gommone. Il loro viaggio inizia dal loro paese natio, il mare è una speranza. Spesso, non avendo abbastanza denaro con cui pagare i trafficanti di esseri umani, che riempiono le imbarcazioni, devono scontare anni di schiavitù, violenze e abusi.
Salpati i gommoni, ai trafficanti poco importa la rotta che questi compieranno. Anzi, sono coscienti del fatto che, molto probabilmente, le imbarcazioni non prenderanno mai il largo, ma verranno fermate dalla Guardia Costiera libica. La speranza per una vita libera e tranquilla, così, termina. La Guardia Costiera libica riporta i migranti e le migranti nell’entroterra, raccolti dei cosiddetti “centri di accoglienza”. Le testimonianze parlano chiaro: si tratta di veri e propri lager. Lager colmi di persone, in cui le violenze fisiche (e sessuali) e gli abusi continuano.
Migranti e ONG minacciati: gli aiuti italiani “a casa loro”
A lavorare nella Guardia Costiera libica, ci sono dei trafficanti di esseri umani a stretto contatto con le mafie. A finanziare la Guardia Costiera, ci siamo noi. L’Italia, con gli accordi stipulati nel 2017, ha finanziato queste violenze. Tali finanziamenti ammontano, fino ad ora, a 100 milioni di euro, utilizzati per la formazione e l’equipaggiamento della guardia costiera e il mantenimento dei “centri di accoglienza”. Gli accordi che istituiscono questo “traffico di denaro e violenza”, verranno rinnovati questo 2 novembre, per altri tre anni. Il neo-governo di centrodestra non sembra interessato a cambiare linea a riguardo. Anzi, nel programma della coalizione vincente, è fatta chiara la volontà di voler continuare a controllare le frontiere e bloccare gli sbarchi, tramite gli accordi stipulati con le autorità del Nord Africa. Ma d’altronde, quello del “aiutiamoli, ma a casa loro” è uno dei cori forti, urlati a gran voce, in nome della difesa della “Patria e Nazione”.