Microplastiche e vario materiale chimico-plastico sta letteralmente invadendo l’organismo umano. Una ricerca resa pubblica dalla rivista Environmental Pollution, ANSA e svolta dall’Università Heriot-Watt di Edimburgo fa seriamente preoccupare. Ogni giorno ogni essere vivente viene a contatto con una quantità infinita di minuscole particelle plastiche che a loro volta entrano nell’organismo.
Microplastiche, diffusione e i danni
Tutte queste particelle arrivano da moltissimi luoghi, spesso inaspettati. Possono giungere dai prodotti cosmetici, dall’abbigliamento sintetico e dalla polvere degli pneumatici. Per quanto riguarda l’abbigliamento, ogni volta che laviamo un tessuto sintetico in lavatrice questo perte dei piccoli frammenti che, inevitabilmente, vanno a finire nell’ecosistema. Questo meccanismo va avanti da quando cosmetici, pneumatici e vestiti sintetici esistono. Parliamo quindi di parecchi anni. Per non parlare dell’inquinamento da plastica di cui il mare e i suoi abitanti sono affetti. Tutto questo, sommato e moltiplicato per svariati anni crea un circolo vizioso che piano piano può creare danni al nostro organismo.
La ricerca
Capiamo meglio come ad esempio vengono ingerite materie plastiche. Lo studio che ha fatto emergere questo dato allarmante è stato condotto con una semplicità disarmante. Gli studiosi dell’Università di Edimburgo si sono serviti delle piastre di Petri quelle che vengono utilizzate in laboratorio per le colture cellulari. Queste sono state poste vicino al cibo all’interno di piatti che comunemente vengono utilizzati sul tavolo da pranzo. Le polveri che si sono depositate su queste piastre, entro un tempo di 20 minuti, contenevano almeno 14 microplastiche. In una superficie più grande, come quella di un comune piatto, il risultato è di 114 fibre. Tutto questo sta a significare che un essere umano può ingerire fino a 68.415 microplastiche all’anno le quali a loro volta possono essere considerate pericolose.
Lo stesso gruppo di ricerca ha poi approfondito l’argomento analizzando i molluschi, come per esempio le cozze. Dentro questi esseri viventi sono presenti almeno due frammenti di materiale plastico che arrivano direttamente dall’ambiente in cui vivono, quello marino. La Terra è così contaminata che queste microplastiche possono arrivare praticamente da ogni luogo. Ambiente esterno, cibo, mare, aria e tutto quello che può essere osservato e toccato.
Rebecca Romano