Siamo in Svezia, dove la compagnia ferroviaria nazionale SJ ha iniziato ad accettare un microchip sottocutaneo come titolo di viaggio.
In particolare, i dispositivi sono impiantati nelle mani dei viaggiatori, tra pollice e indice, e riguardano attualmente circa 3mila svedesi che hanno compiuto questa scelta.
Per poter accedere a questa ‘facilitazione’ nel presentare il titolo di viaggio, occorre che il viaggiatore sia iscritto al programma fedeltà della SJ e che possegga già il microchip, e il gioco è fatto!
I controllori ferroviari si limiteranno ad avvicinare il lettore alla mano dei passeggeri e a leggere il microchip, dove si troverà caricato il biglietto.
Microchip sottocutaneo e tecnologia incorporate nell’uomo
Secondo il Wall Street Journal oggi sono tra 30mila e 50mila le persone che hanno un microchip sottocutenao per semplificare alcune attività quotidiane, ma probabilmente quello della compagnia ferroviaria svedese è uno dei primi casi in cui il fenomeno riguarda una grande azienda rivolta al grande pubblico.
L’installazione di apparecchiature di questo tipo all’interno del corpo umano non sono di certo nuove: si pensi, ad esempio, ai pacemaker per le persone con problemi cardiaci.
Ma se in questo caso le tecnologia è pensata e realizzata per salvare la vita al malato, il microchip sottopelle come biglietto del treno forse è qualcosa di un tantino diverso, anche se non per questo meno rilevante o importante.
Negli ultimi anni la robotica e l’industria 4.0 stanno procedendo a ritmi elevatissimi per migliorare la qualità di vita dell’uomo, per snellire le sua attività, per facilitargli ogni cosa.
E se avere tra le mani un biglietto cartaceo è una ‘sensazione’ che tutti noi conosciamo, non si può negare la comodità di portarlo sempre con sé nel vero senso della parola, eliminando la relativa ansia di perderlo o di non riuscire a esibirlo quando richiesto.
Ora, da qui alla decisione di impiantarsi un microchip sottocutaneo forse c’è un po’ di strada da fare per il nostro comune modo di pensare, ma occorre riconoscere che si tratta di un’evoluzione che non possiamo negare.
Siamo tutti dei cyborg, con o senza microchip
Disponiamo già da tempo di orologi che monitorano il sonno, i movimenti corporei e il battito cardiaco, oppure ancora il riconoscimento facciale per acquistare online.
Diffusi sono pure i microchip sottopelle per facilitare piccole azioni quotidiane dell’uomo, come aprire e chiudere le porte degli uffici senza chiavi e senza neppure digitare un codice, o accendere e spegnere le luci. E oggi anche acquistare un biglietto del treno e viaggiare in treno senza ansie.
«Le persone non capiscono che già adesso sono dei cyborg. Se ti dimentichi il cellulare ti senti come se ti mancasse un braccio. Ci stiamo già fondendo con i telefonini e la tecnologia», Elon Musk (Tesla, Space X, Neuralink)
Annachiara Cagnazzo