Nato a Biella nel 1933 ed esponente dell’Arte Povera, Pistoletto è oggi l’artista italiano vivente più conosciuto al mondo. Attraverso le sue opere d’arte si è assunto una responsabilità sociale: cambiare la società in cui viviamo trovando l’armonia nel caos, l’amore tra le differenze, il percorso giusto attraverso un labirinto.
“L’arte al centro di una trasformazione responsabile della società” è il motto di Michelangelo Pistoletto. Egli desidera coinvolgere tutti i cittadini all’interno delle sue creazioni per instillare in loro un seme, il seme della speranza che la società possa veramente trasformarsi. Questo seme però deve essere curato per poter germogliare e far sì che un’utopia diventi realtà.
La carriera di Pistoletto inizia negli anni Sessanta, arrivando al successo con i Quadri Specchianti. Lastre di acciaio inox lucidato a specchio che accolgono il riflesso di tutti i passanti e dell’ambiente circostante. Ogni visitatore può entrare così nell’opera d’arte, la quale non sarà mai uguale a com’era un attimo prima e continuerà a modificarsi all’infinito. L’artista ha dunque sempre pensato a come coinvolgere il pubblico e creare un’arte in rapporto con la società contemporanea.
Michelangelo Pistoletto contro il consumismo
Giunto in America venne incluso tra gli artisti della Pop Art, un’arte che si rivolgeva alla massa ed era figlia del boom economico e del consumismo. Michelangelo Pistoletto però non condivideva questa visione e racconta:
“Se i miei quadri specchianti sono un marchio di fabbrica consumistico, io voglio distruggere il mio marchio. Come lo distruggo? Facendo ogni opera diversa dall’altra. […] Ho rifiutato il successo e l’obbligo di avere un segno personale per non essere suddito del consumismo, così ho fatto tanti segni, tante opere diverse.”
L’opera che simboleggia a pieno la critica contro il consumismo, l’acquisto smodato di beni non necessari e “usa e getta” con il conseguente spreco di risorse, è la “Venere degli Stracci” (1967). La riproduzione di una scultura di Venere, simbolo di bellezza, si trova davanti a una montagna di vestiti, anche lei indecisa su cosa indossare tra il caos dei suoi acquisti.
Un labirinto che conduce alla pace
Michelangelo Pistoletto ha lavorato più volte anche sul tema del labirinto, costruendo percorsi appositi nelle sale dei musei che hanno ospitato le sue opere. L’installazione più recente si trova nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano (23 marzo – 4 giugno 2023). Questo luogo è significativo poiché fu colpito dai bombardamenti del 1943 che distrussero completamente il soffitto. In seguito si decise di ricostruirlo, ma di non restaurare la sala per conservare la testimonianza delle distruzioni causate dalla guerra. Proprio qui Pistoletto ha deciso di parlare di pace, o meglio di “Pace Preventiva”.
Un detto latino recita: “Si vis pacem, para bellum”, “Se vuoi la pace, prepara la guerra”, come se la pace non potesse esistere senza la guerra. Cambiamo allora prospettiva, pensiamo a come costruire la pace prevenendo la guerra. Come fare? Non esiste una soluzione unica e semplice, proprio come un labirinto, ci sono vicoli ciechi e insidie, ma è necessario intraprendere il percorso verso la pace e sconfiggere il mostro della guerra, come dei moderni Teseo contro il Minotauro.
Camminando lungo il labirinto si scoprono le soluzioni trovate da Pistoletto:
“La Mela Reintegrata”
Una copia di quest’opera si trova stabilmente di fronte alla stazione Centrale di Milano ed è diventata uno dei simboli della città. Pistoletto fa riferimento a Carlo Borromeo che chiamava la città “Melano”. Così realizza una grande mela, ma mancante di una parte che è stata morsa e che deve essere ricucita per tornare integra. Così anche Milano, e la società tutta, deve essere ricostruita riunendo la natura, ossia la mela, con l’artificio, l’azione dell’uomo. Consideriamo questo equilibrio natura-artificio il primo passo verso la costruzione della pace e verso uno sviluppo sostenibile.
“Love Difference”
É composta da un tavolo specchiato che ricrea la forma del Mar Mediterraneo. Attorno sono disposte tante sedie quanti i popoli che si affacciano su questo mare. Le sedie sono tutte diverse perché provenienti dai vari Paesi, ma nonostante le diversità sono tutti riuniti attorno allo stesso tavolo/Mediterraneo che li mette in comunicazione. Un’armonia è perciò possibile solo se si amano e rispettano queste differenze.
“La Formula della Creazione”
A dimostrazione di come è dall’unione degli opposti che può nascere qualcosa di nuovo, Pistoletto ha inventato un simbolo: la formula della creazione. Si tratta di un infinito che si espande nel punto di incrocio delle linee formando un terzo cerchio centrale. Il nuovo cerchio è nato dalla relazione tra i due cerchi opposti, così come ogni cosa nasce dall’incontro tra le diversità.
Come abbiamo visto: NATURA + ARTIFICIO = SOSTENIBILITÀ, ma anche ANARCHIA + TIRANNIA = DEMOCRAZIA, fino ad arrivare a IO + TU = NOI, noi tutti siamo costruttori della società.