Qualche giorno fa si è letto sui giornali a proposito della possibile introduzione nella manovra-bis di sanzioni severe per combattere l’evasione a bordo dei mezzi pubblici. Questo provvedimento riprenderebbe uno dei decreti attuativi della riforma Madia, rimasto in sospeso in seguito alla bocciatura della Corte Costituzionale. La violazione degli obblighi dovrebbe comportare da ora in poi l’applicazione di una sanzione pecuniaria stabilita mediante legge regionale. In assenza di quest’ultima, verrà comminata una somma pari a sessanta volte il valore del biglietto ordinario, per un massimo di 200 euro. Inoltre viene prevista la possibilità di chiedere il rimborso del biglietto in caso di eccessivi ritardi dei mezzi pubblici, con limiti fissati in 30 minuti per le corse urbane e 60 minuti per quelle extraurbane.
La situazione attuale fra ”portoghesi” ed evasioni
La Stampa riporta che nelle città italiane viaggiano 50.000 mezzi pubblici fra bus, tram e metropolitane. Le persone trasportate ogni anno sommando ogni salita sarebbero circa 5.000.000.000 e nella categoria dei ”portoghesi” ricaderebbero circa il 20% degli abituali passeggeri, quindi 1.000.000.000 di corse sarebbero irregolari. Inoltre, solo il 30% dei multati pagherebbe quanto dovuto. Combinando i due fattori, si possono capire le motivazioni per cui le perdite degli enti del trasporto pubblico siano rilevanti.
La situazione è preoccupante e lo dice anche l’analisi svolta nel 2016 da Asstra, associazione che riunisce le aziende del trasporto pubblico e privato sul territorio: a Roma e Bari un terzo dei passeggeri viaggia sui mezzi pubblici senza biglietto, a Reggio Calabria il 25%, a Napoli il 17%, a Firenze il 14%. Al Nord va meglio a Milano, Torino e Genova, con evasione stimata del 10% e dichiarata poco sopra al 5%. Per quanto riguarda le insolvenze, soltanto a Venezia si è raccolta più della metà degli importi dovuti (55%), clamorosamente basse sono invece le percentuali di riscossione a Genova (9%) e Palermo (8%). Le perdite secondo l’associazione si attesterebbero intorno ai 500 milioni di euro annui.
Il nuovo provvedimento può funzionare?
Certamente fino ad ora si è fatto troppo poco per combattere il problema: il numero di controlli è decisamente troppo basso rispetto al dovuto, così come scarso è il numero di multe comminate se rapportato al reale tasso di evasione. Inoltre i pagamenti vengono resi molto più complicati dalla possibilità di sfuggire al riconoscimento dell’identità da parte dell’evasore, in sostanza finisce per pagare solo chi dichiara la propria colpevolezza.
Alla luce del recente provvedimento, occorre chiedersi se l’aumento delle sanzioni sarà un reale incentivo al miglioramento della situazione, oppure se raddoppiare le multe porterà ad un raddoppio degli introiti mancati a causa dell’insolvenza dei passeggeri. Secondo Massimo Roncucci, presidente di Asstra, i duecento euro fissati come tetto per le sanzioni potrebbero addirittura far peggiorare le condizioni dei pagamenti, essendo un ulteriore disincentivo alla solvenza delle sanzioni ricevute dai passeggeri clandestini.
Problematica sarebbe anche l’applicazione del provvedimento che consentirebbe ai viaggiatori di esigere un rimborso in caso di eccessivi ritardi dei mezzi. In mancanza di un servizio di tracking sarebbe difficile stabilire chi era a bordo del mezzo in ritardo e chi no, anche se in questo caso la presenza delle telecamere di bordo utilizzate anche in questa funzione potrebbe aiutare.
Il caso di Torino: il bip obbligatorio per gli abbonati
Nella città della Mole è da qualche mese in vigore un nuovo sistema per tracciare le presenze a bordo dei vari mezzi del servizio pubblico cittadino GTT. Sull’esempio di Bologna, unica altra realtà italiana a disporre di un simile sistema, gli abbonati sono tenuti a convalidare la propria tessera ogni qual volta salgano su mezzi GTT. Da maggio in poi, i possessori delle tessere potranno ricevere anche sanzioni simboliche di 3 euro.
L’idea alla base del provvedimento è quella di rendere riconoscibili gli onesti rispetto agli evasori, infatti a chi totalizzerà il maggior numero di bip saranno anche concessi sconti o premi specifici. Il provvedimento non è però piaciuto ai più, sui social network diversi cittadini hanno espresso il proprio dissenso, anche perché il provvedimento rischia di colpire proprio coloro che sono in regola. Tuttavia la funzionalità del sistema consisterebbe nel poter fare verifiche statistiche al fine di poter rendere più efficiente il servizio sulla base dei flussi registrati. Implementando o riducendo le corse sulle varie linee a seconda delle presenze sarebbe possibile risparmiare risorse utili, convogliandole sui collegamenti più carenti. Il problema evasione non sarà così scongiurato, ma le perdite in termini economici potranno essere più contenute.