Il Metropolitan di New York riapre al pubblico.
Proprio ieri, 29 agosto 2020, le porte del Metropolitan di New York si sono riaperte per tutti, dopo aver accolto solo gli abbonati nei giorni precedenti.
Il 2020 è un anno importante per il MET. Il Museo è stato infatti fondato nel 1870. Questo che stiamo vivendo è quindi l’anno del centocinquantesimo compleanno del Metropolitan di New York.
L’idea, messa in pratica da un gruppo di uomini d’affari, finanzieri, artisti e pensatori era quella di creare un museo che potesse portare l’arte al popolo americano. Si giunse all’inaugurazione solo nel 1872, il 20 febbraio, sotto la presidenza di John Taylor Johnston e la Sovrintendenza dell’editore George Palmer Putnam. Proprio la collezione privata di Johnston costituì la base di partenza del Museo. Essa era composta da un sarcofago romano di pietra e 174 dipinti, soprattutto europei.
La collezione crebbe molto rapidamente, fino a che la sede che era stata scelta, al numero 681 della Quinta Strada, divenne troppo piccola per ospitare il Museo. Nel 1873 ebbe luogo l’acquisto della collezione di antichità cipriote di Luigi Palma di Cesnola insieme allo spostamento nella sede della Douglas Mansion, ad ovest della Quattordicesima strada. Soltanto successivamente il Metropolitan di New York acquistò dalla città un terreno sul lato est di Central Park. Qui prese luogo la sede permanente. Quest’ultima rappresenta la realizzazione di un progetto degli architetti Calvert Vaux e Jacob Wrey Mould. Inutile dire che il palazzo è andato via via ingrandendosi nel corso degli anni, tanto che già nel 2006 le dimensioni erano di venti volte maggiori rispetto al progetto originale del 1880.
Proprio sull’evoluzione degli edifici, e soprattutto della collezione del MET si basa Making the Met, 1870-2020.
La mostra, originariamente in programma dal 30 marzo al 2 agosto, è composta da 250 opere rappresentative della storia del Museo. Un’altra delle mostre in programma per la riapertura è Struggle: From the History of the American People (1954–56), dedicata alla serie del pittore modernista afro-americano Jacob Lawrence, riunita per la prima volta in oltre cinquant’anni. La serie è una delle opere più significative dell’arte nera americana.
Il Met è ovviamente sopravvissuto al lockdown, ma non indenne. La previsione di perdite è infatti pari a 150 milioni di dollari. Il museo, inoltre, ha dovuto rinunciare ad 80 dipendenti e ha tagliato del 20% gli stipendi di quelli rimanenti.
Il periodo di chiusura, però, ha portato anche un valore aggiunto.
Il Met, infatti, come molti altri grandi musei di New York e del mondo, ha arricchito la propria offerta online, creando un digital digest con il meglio delle collezioni. La parte digitale del Met di certo non andrà perduta ora che la sede è di nuovo aperta al pubblico. Di certo, però, lo staff del Museo è felicissimo di poter offrire, finalmente, non soltanto visite virtuali.
Il CEO del museo, Daniel H. Weiss, ha detto:
Nel corso degli ultimi mesi di incertezza, isolamento e dolore, abbiamo desiderato ardentemente il giorno in cui avremmo potuto dare il benvenuto a tutti in sicurezza al Met, un luogo in cui tutti possono trovare conforto, ispirazione e senso di comunità. Vedere i visitatori che ancora una volta varcano le porte del Museo sarà un’esperienza forte.
Mariarosaria Clemente