Prendersi cura della propria bellezza è un must, soprattutto in un periodo in cui, a causa dello stile di vita non sempre sano, è più alto il rischio di inestetismi in diverse parti del corpo.
La cellulite è indubbiamente uno degli inestetismi più diffusi e mal tollerati ma oggi, grazie anche a tecnologie avanzate e metodi terapeutici mirati (vedi i trattamenti anticellulite descritti dagli esperti di Laser Milano), esiste una vasta gamma di soluzioni per affrontare il problema. Tralasciando il ricorso a macchinari moderni e altamente tecnologici, però, esistono anche approcci più tradizionali come l’utilizzo delle bende drenanti, che rappresentano una delle soluzioni più diffuse.
Come funzionano di preciso? Scopriamolo assieme nelle prossime righe!
Bendaggi drenanti: cosa sapere sul loro funzionamento
La prima cosa da dire sui bendaggi drenanti è che non agiscono in maniera diretta sulla cellulite. Permettono di apprezzare un miglioramento della situazione generale grazie all’azione diretta sul miglioramento della circolazione linfatica, principale causa di quel gonfiore che, insieme con la pelle a buccia d’arancia, è fonte di disagio per molte persone.
Un altro punto da chiarire prima di iniziare a utilizzarle riguarda il loro non essere efficaci dal punto di vista della perdita di peso.
Si parla, ribadiamo, di una perdita di liquidi e, di riflesso, di un risultato non definitivo.
Le soluzioni disponibili in commercio
Quando si parla di bende drenanti, è necessario ricordare l’esistenza, in commercio, di diverse soluzioni. Ci sono prodotti casalinghi e altri che, invece, sono adatte all’utilizzo in contesti professionali.
Dal punto di vista degli ingredienti, si spazia dai sali di Epsom, agli oli essenziali con proprietà purificanti, senza dimenticare ingredienti da anni popolarissimi come le alghe.
Quanto tenerli?
Quanto tempo vanno tenuti i bendaggi drenanti? Dipende dagli ingredienti e dalle condizioni della persona che li utilizza. In media, però, si parla di 45 minuti.
Cosa sapere sui risultati
Come già detto, i risultati dei bendaggi drenanti sono di natura transitoria. Per apprezzarli è comunque utile puntare sulla costanza. In linea di massima, è il caso di partire con un paio di trattamenti a settimana per un mese circa.
Cenni storici
Anche se i bendaggi drenanti hanno visto la loro popolarità crescere in anni recenti, la loro storia inizia diverso tempo fa.
Per raccontarla, dobbiamo fare un salto indietro nel tempo a metà del XX secolo, quando un medico tedesco, basandosi in parte sui fondamenti della naturopatia, ha sottoposto dei sali a un processo di ionizzazione.
Inseriti in un macchinario con acqua demineralizzata e sottoposti a un processo di riscaldamento fino a 40°C, sono coinvolti in una reazione chimica che ottimizza la penetrazione delle sostanze nel tessuto.
Una volta applicate sul corpo, si attende la concretizzazione del processo osmotico che porta le fibre tessili a cedere gli attivi degli ingredienti al corpo e, nel contempo, ad assorbire dai tessuti le tossine che peggiorano la situazione di gonfiore.
Come applicarli
Se si opta per i trattamenti con bendaggi drenanti da fare a casa, è necessario impratichirsi con l’applicazione. Si parte dalla caviglia e, avendo cura di far aderire bene il tessuto alla pelle ma, nel contempo, di non stringere troppo, si sale fino alla coscia.
Come appena accennato, è importante non comprimere troppo. Il rischio, in tal caso, è quello di ostacolare la circolazione ematica e linfatica.
Non si parla certo di miracoli, ma i risultati che si ottengono sono comunque un buon punto di partenza per alleviare fastidiosi quadri di gonfiore.
Concludiamo rammentando che, per un esito davvero soddisfacente, è essenziale considerare anche aspetti legati allo stile di vita, dal movimento fisico – se si lavora al computer, è bene alzarsi ogni due ore circa – all’alimentazione.
In merito a quest’ultima, va sottolineata l’importanza dell’idratazione e del controllo nell’apporto di sale e zuccheri semplici.