Probabilmente avrete sentito più volte qualche climatologo ripetere come un mantra “meteorologia e climatologia non sono la stessa cosa”, di solito è la risposta quando qualche giornalista chiede di commentare alcune delle più classiche obiezioni dei negazionisti del riscaldamento globale, tipo: ma “l’anno scorso nel mio paese l’inverno è stato durissimo”, oppure: “ma se la scorsa estate ha piovuto sempre”. Rimane verissimo naturalmente che questi fatti episodici non smentiscono le analisi delle tendenze climatiche misurate su lunghi periodi, ma è appena stata data notizia dall’università per la scienza e la tecnologia di Zurigo della pubblicazione di uno studio su Nature che emenda l’assunto di cui sopra, in realtà è possibile rilevare nelle rilevazioni giornaliere su scala globale effettuate per scopi meteorologici indicatori dei cambiamenti climatici.
Lo scorso ottobre nello Utah, è stata rilevata la più bassa temperatura mai registrata in quel mese negli USA (escludendo l’Alaska) la risposta a chi si chiedeva dove fosse finito il riscaldamento globale è stata come al solito che: il tempo è quello che hai nel breve periodo e il clima è quello che hai nel lungo periodo e tra i due non c’è correlazione.
Ora il team guidato dal professor Reto Knutti ha condotto una nuova analisi di temperature e modelli e ha concluso che il paradigma di cui sopra non è più vero in quella forma, in realtà il riscaldamento globale non sparisce se accorciamo i tempi di osservazione, la sparizione è solo apparente perché stiamo ragionando localmente, invece parlando di clima dobbiamo guardare i dati a livello globale. In altre parole in un mondo che si sta surriscaldando da qualche parte può fare insolitamente freddo ma allora da un’altra parte sarà insolitamente caldo.
Il team di ricercatori dell’università di Zurigo ha fatto proprio questo, grazie ai loro modelli sono in grado di estrapolare l’impronta digitale climatica di ogni singolo giorno a partire dalla primavera 2012 e hanno potuto verificare che le brusche variazioni come i -37.1°C dello scorso ottobre in Utah (il record precedente era -35) che sembrano smentire il trend climatico globale se controbilanciate con i dati globali scompaiono sempre quasi totalmente, dunque meteorologia e climatologia rimangono cose diverse ma non è vero che nelle rilevazioni proprie della prima le tendenze analizzate dalla seconda scompaiono.
Roberto Todini