Arriva notizia dall’Imperial College di Londra dell’ennesimo studio sul rapporto tra il meteorite killer e l’estinzione dei dinosauri, ma per inquadrare cosa afferma la ricerca pubblicata su Nature Communications dobbiamo fare una brevissima storia dell’ipotesi dell’asteroide. La teoria venne formulata per la prima volta da un chimico, il premio Nobel per la fisica Luis Álvarez, che aveva riscontrato una insolita concentrazione di iridio (un elemento raro sulla Terra ma comune sugli asteroidi) negli strati geologici di transizione tra il cretaceo e il terziario, pur essendo una teoria plausibile negli ambienti accademici non fu universalmente accettata, specialmente all’inizio ci fu una certa resistenza soprattutto da parte dei paleontologi che forse videro questa incursione extraterrestre come un’intromissione nel loro campo. Quando all’inizio degli anni ’90 venne trovato il Cratere di Chicxulub la teoria dell’impatto di un corpo in grado di causare un disastro globale nel periodo in questione (fine del Cretaceo, circa 65 milioni di anni fa) venne confermata, ma questo non ha sopito le dispute che si sono spostate su quanta parte l’impatto abbia avuto nella scomparsa dei dinosauri, molti scienziati hanno ipotizzato che sia stato solo il colpo di grazia e che i dinosauri siano andati declinando per ragioni legate ai cambiamenti climatici per tutto il tardo Cretaceo. ora lo studio guidato da Alessandro Chiarenza, dottorando nel dipartimento di Scienza della Terra e Ingegneria dell’Imperial College, afferma esattamente il contrario, pare che fino al momento dell’impatto i dinosauri prosperassero dimostrando una buona capacità di adattamento ai cambiamenti climatici graduali.
In pratica lo studio afferma che le precedenti stime sulla popolazione di dinosauri basate unicamente sui fossili erano sbagliate per difetto, il motivo risiede nella storia geologica del continente nordamericano (dove si sono trovati molti resti di dinosauri), nel periodo in questione il continente era diviso in due da un vasto mare interno, le condizioni della parte occidentale erano molto più favorevoli alla fossilizzazione di quelle della parte orientale, questo diverso numero di fossili tra una parte e l’altra aveva fatto supporre che i dinosauri fossero già in declino rispetto a quando scorrazzavano per tutto il continente da Alaska al Messico.
Nel loro studio invece gli scienziati dell’Imperial College hanno utilizzato modelli climatici per scovare nicchie in cui i dinosauri potrebbero aver continuato a prosperare nonostante i cambiamenti climatici e hanno scoperto che alcune di queste coincidevano con condizioni non favorevoli alla conservazione di fossili, anche il fatto stesso che si trattasse di aree di limitata estensione rende improbabile che per ognuna di esse si dovesse conservare almeno un fossile e quindi alcune le ignoravamo completamente.
Tutto questo ci dice che probabilmente se non ci fosse stato l’asteroide precipitato nello Yucatan la storia della vita sul pianeta sarebbe stata diversa perché i dinosauri non si sarebbero estinti in quel momento.