Oggi, 3 dicembre 2024, è il giorno del messaggio di Grillo al M5S. Il cofondatore del Movimento si prepara a un annuncio cruciale che potrebbe segnare una nuova fase nelle turbolente dinamiche interne della forza politica. Il tema centrale dell’appuntamento (fissato per le 11.03) riguarda, con ogni probabilità, l’impugnazione dello Statuto che nel 2022 ha conferito a Giuseppe Conte la carica di presidente.
“Domani, martedì 3 dicembre alle 11.03”, ha scritto ieri Beppe Grillo in un post su X, “collegatevi sul mio Blog, sul mio canale Youtube e sulla mia Pagina Facebook. Ho un delicato messaggio da annunciare”.
Sebbene da Campo Marzio, quartier generale del Movimento, giungano voci di tranquillità, la vera portata dell’annuncio potrebbe scatenare una serie di reazioni politiche e legali che, per ora, appaiono difficili da prevedere. Grillo ha scelto di utilizzare una foto storica con Gianroberto Casaleggio, altro cofondatore del M5S, per ricordare a tutti le radici originarie del movimento, legate alla sua visione politica e strategica.
Il contenuto del messaggio: ipotesi e scenari
Il messaggio di Grillo potrebbe essere incentrato su una delle questioni più controverse degli ultimi tempi: l’impugnazione dello Statuto del Movimento, approvato nel 2022. Secondo fonti vicine a Grillo, l’ex comico genovese starebbe preparando un’azione legale contro lo Statuto, sostenendo che la nomina di Giuseppe Conte a presidente del Movimento non sarebbe stata conforme alle disposizioni previste dal testo. Un aspetto che ha sollevato polemiche è proprio la nomina dell’ex premier, che non avrebbe trovato spazio nelle versioni precedenti del regolamento interno.
Ciò che rende ancor più interessante l’annuncio di oggi è l’orario scelto: le 11.03. In una lettura simbolica, tale orario coincide con l’11 marzo 2022, giorno in cui lo Statuto venne ufficialmente approvato. Questo potrebbe suggerire che l’atto di Grillo sia una sorta di revisione storica della sua visione del Movimento, un ritorno alle origini, e un tentativo di modificare la struttura del partito che oggi appare troppo distante dalla sua concezione iniziale. Se Grillo decidesse davvero di impugnare lo Statuto, ciò potrebbe aprire la strada a un contenzioso legale di ampia portata.
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Le possibili azioni legali
La decisione di Beppe Grillo non è esente da rischi. Da un lato, molti osservatori ritengono che l’impugnazione dello Statuto sia una mossa che difficilmente troverebbe riscontri positivi in tribunale, dato che lo Statuto è in vigore ormai da più di due anni e risulta essere stato confermato da una larga parte degli attivisti. Il Movimento 5 Stelle ha anche messo in chiaro che l’incarico di presidente di Conte era stato approvato con ampie percentuali, con l’idea che fosse una decisione condivisa dalla maggioranza dei membri.
Alcuni esperti legali, come Paolo Becchi, suggeriscono che Grillo abbia comunque la possibilità di impugnare lo Statuto, sebbene in questo caso sarebbe necessario il parere di un tribunale che possa decidere sulla legittimità dell’atto. Se il tribunale dovesse dare ragione a Grillo, Conte potrebbe perdere la sua posizione di presidente, con conseguenti ripercussioni politiche significative.
L’ex ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha lanciato un’altra ipotesi: Grillo potrebbe non limitarsi alla questione dello Statuto, ma scegliere di riprendere in mano il simbolo del Movimento 5 Stelle, sottraendolo così a Conte e alla sua amministrazione. Questo gesto potrebbe costringere Conte a formalizzare la sua transizione verso la creazione di un nuovo partito, separato dal M5S, rendendo di fatto la scissione inevitabile.
I temi caldi: il simbolo, le sei domande e l’astensione
Tra le armi che Grillo potrebbe utilizzare, non c’è solo la questione statutaria. Un altro punto critico riguarda il simbolo del Movimento 5 Stelle, che potrebbe rappresentare uno degli aspetti chiave della disputa. Se Grillo dovesse decidere di riprendersi il simbolo, ciò potrebbe forzare Conte a prendere una posizione definitiva, portandolo a fondare un partito separato. Questo scenario sarebbe una diretta conseguenza di una serie di critiche mosse dai membri storici del Movimento, che accusano la gestione attuale di essersi allontanata dalla filosofia originaria.
A complicare ulteriormente il quadro, ci sono le famose “sei domande di settembre” che Grillo ha posto a Giuseppe Conte, alle quali l’ex premier non ha mai risposto. Queste domande riguardano temi cruciali per la vita interna del Movimento, come la gestione dei fondi e le scelte politiche. Il Statuto prevede che il garante del Movimento possa sollecitare risposte alle richieste inevase, e questa potrebbe essere un’altra leva che Grillo intende utilizzare.
In alternativa, Grillo potrebbe decidere di seguire la strada dell’astensione, una campagna che ha preso piede tra alcuni membri storici del Movimento, contrari a un voto che considerano viziato. In particolare, la decisione di tagliare circa 70.000 iscritti è stata duramente criticata da chi non riconosce la legittimità delle attuali consultazioni interne. Se Grillo dovesse davvero lanciare una campagna di astensione, questa potrebbe minare ulteriormente la credibilità del voto previsto per il 5-8 dicembre 2024.
L’attesa per il messaggio di Grillo
Mentre le voci si rincorrono e le ipotesi si moltiplicano, l’attesa per il messaggio di Grillo cresce. Cosa dirà esattamente il fondatore del Movimento 5 Stelle? Quali saranno le sue mosse? Il suo intervento potrebbe segnare un punto di svolta, ma potrebbe anche non cambiare nulla se il suo messaggio non dovesse ottenere il supporto sperato. Ciò che è certo, è che il M5S si trova in un momento di grande incertezza, e ogni dichiarazione di Grillo ha il potenziale di scatenare nuove reazioni interne ed esterne.
Il Movimento 5 Stelle sta attraversando una fase di profonda trasformazione, tra alleanze instabili, critiche interne e una leadership che appare sempre più sotto pressione. Il messaggio di oggi di Beppe Grillo non è solo una comunicazione politica, ma potrebbe essere un tentativo di riscrivere il destino del Movimento stesso. Sarà interessante osservare come reagiranno gli attivisti e le figure politiche interne a questo possibile nuovo capitolo, che promette di riscrivere le regole del gioco.