Le meraviglie dell’universo non smettono di sorprenderci, spesso ci raccontano di posti estremi con condizioni diversissime da quelle terrestri e ostili alla vita, ciò non di meno assolutamente affascinanti.
È il caso dell’esopianeta WASP-76b, lontano da noi 640 anni luce. Astronomi europei utilizzando osservazioni effettuate presso l’ESO (European Southern Observatory) si sono convinti che su questo pianeta potrebbero esserci piogge di ferro.
Della ricerca troviamo notizia sullo stesso sito dell’ESO mentre l’articolo scientifico è uscito su Nature.
Ovviamente nessuno ha osservato queste piogge né mai lo farà a meno di andare sul posto (auguri per il viaggio!), allora su cosa basano questa affermazione i ricercatori guidati dal professor David Ehrenreich dell’Università di Ginevra?
WASP-76b è in rotazione sincrona col suo astro, cioè il suo periodo di rivoluzione è uguale al suo periodo di rotazione, conoscete un altro corpo celeste con questa caratteristica?
Bravi è la Luna, e che succede tra noi e il nostro satellite naturale per questo? Ci mostra sempre la stessa faccia. Dunque WASP-76b mostra sempre la stessa faccia al suo astro, ricevendo una quantità di radiazione migliaia di volte superiore a quella che la Terra riceve dal Sole.
La temperatura sale talmente tanto sul lato dove è sempre giorno che le molecole si scindono in atomi e metalli come il ferro evaporano. Inoltre la rotazione e la differenza di temperatura tra lato diurno e il lato oscuro (dove la temperatura scende a soli 1500° C) generano dei forti venti che portano il ferro vaporizzato verso il lato oscuro dove piove ferro.
C’è qualche osservazione, chiederete voi, che li ha portati a ipotizzare un fenomeno degno di entrare nel novero delle meraviglie dell’universo? Sì c’è, ovvio che il pianeta è troppo lontano per osservare le piogge, ma grazie ad ESPRESSO uno degli strumenti più avanzati del Very Large Telescope (lo vedete in foto) dell’ESO siamo in grado di scrutarne l’atmosfera. ESPRESSO è uno spettrografo specializzato nell’analizzare le emissioni di pianeti rocciosi, usando questo strumento gli astronomi hanno notato la firma del vapore di ferro in gran quantità nella zona del tramonto, al confine tra lato diurno e notturno del pianeta. Dunque c’è un afflusso massiccio di vapore di ferro, comune nell’atmosfera del lato diurno, verso il lato notturno che ha un temperatura che pur sembrando tanto alta è abbastanza “fredda” da far solidificare i vapori di ferro che ricadono come pioggia.
Roberto Todini