Non c’è dubbio che nel corso dei decenni il mio giovanile spirito rivoluzionario si sia annacquato e sia venuto a patti con la realtà capitalistica in cui ormai quasi tutto il mondo è a mollo in attesa di liquefarsi, ma ci sono notizie apparentemente trascurabili che hanno ancora la capacità di aggrovigliarmi le viscere proprio come quando avevo vent’anni.
Nel 2019 il mercato azionario mondiale chiuderà con una crescita media del 25%. In teoria è una buona notizia, la maggior disponibilità di capitali produrrà almeno in parte una crescita degli investimenti con ripercussioni positive sull’occupazione, sulla ricerca e sulla ricchezza distribuita.
E qua casca l’asino, anzi precipita nel baratro della planetaria ingiustizia che caratterizza il capitalismo, più che mai quello finanziario.
Eh sì, perché mentre i lavoratori di Ilva e mille altre aziende in crisi tremano per il proprio futuro, mentre eserciti sempre più grandi di persone finiscono sotto la soglia di povertà relativa in attesa di varcare quella di povertà assoluta, mentre i malati rinunciano a curarsi, i giovani a studiare e a farsi una famiglia…
… Mentre questo scempio sociale accade e l’economia è quasi ferma, corre a perdifiato l’investitore finanziario e cioè chi per bravura o per fortuna, onestamente o truffando il prossimo, ha potuto accumulare anche solo un milioncino da giocare in borsa incassando la bella cifretta di 250.000 Euro, più di 20.000 al mese. Senza fare assolutamente nulla, a parte pagare le commissioni al proprio agente di borsa e pensare a come godersi al meglio quei quattrini.
Beato lui, si potrebbe dire, a noi che ci cambia? Sbagliato, ci cambia eccome perché se non ci fossero i poveracci che perdono il lavoro e gli sfruttati con paghe da fame quella massa enorme di denaro non finirebbe nelle tasche di pochissimi ma rimarrebbe a disposizione di tutti, e questi tutti non si comprerebbero uno yacht o una Lamborghini ma ci farebbero la spesa, si assicurerebbero un tetto sotto cui dormire e magari ci manderebbero a scuola i figli.
Non vi fa inca**are? A me sì, tantissimo.
Mario Piazza