La rete 5G deve ancora conoscere un pieno sviluppo eppure il progresso tecnologico è inarrestabile e ad oggi già è possibile parlare di reti di sesta generazione (6G). Le quali hanno visto una loro prima vita grazie ad un team di sviluppatori del Nord Europa.
Le reti mobili di quinta generazione (5G) cambieranno la nostra vita e la nostra società, grazie all’introduzione di tecnologie, recentemente sviluppate, che consentiranno lo sviluppo di nuovi servizi e applicazioni. Mentre il 5G appare con le sue novità, si inizia a pensare ai prossimi passi che i sistemi cellulari wireless devono affrontare, tenendo sempre presente che l’obiettivo finale è il beneficio dell’umanità.
A tal proposito un gruppo di ricercatori delle telecomunicazioni guarda già più avanti, a ciò che viene dopo: il 6G. Pertanto, oltre il 5G, si prevede che la rete mobile diventerà più intelligente; sarà dotata di meccanismi di apprendimento per modificarsi in base all’esperienza degli utenti. La situazione di sicurezza guiderà il processo decisionale e il collegamento in rete.
Detto ciò si presume che la sesta generazione di Internet mobile senza fili, a seguito di 5G, 4G, 3G, ecc. avrà una capacità maggiore di gestire attività su larga scala. Inoltre, con l’utilizzo di onde radio ad altissime frequenze si prevede che sarà maggiore di 10 volte più veloce del 5G, che a sua volta è 10 volte più veloce del 4G. Rivaleggiando con la banda larga domestica a velocità in fibra con velocità di 1Gbps.
Uno degli obiettivi del 6G sarà quello di supportare le comunicazioni a latenza di micro-secondo, ovvero le comunicazioni che vengono effettuate un 1/1000 di millisecondo. Ciò migliorerà la larghezza di banda (la quantità di dati che possono essere trasmessi contemporaneamente) la realtà virtuale e la tecnologia AI.
Sebbene ancora ampiamente indefinito il 6G quindi potrebbe supportare un mondo in cui controlliamo i computer attraverso sensori posizionati ovunque intorno a noi. Nonostante, non sia chiaro ancora se il 5G manterrà la sua promessa di trasformare tutto, dal trasporto al modo in cui vediamo la realtà, gli indizi esistenti indicano un potenziale ridisegno del panorama delle telecomunicazioni.
Un mondo futuro che inizia ad emergere
Oggi le reti 5G stanno appena iniziando ad essere implementate e l’attuale standard 4G LTE dominerà per molti altri anni ancora. Poiché i gestori delle telecomunicazioni cercheranno di recuperare i loro ingenti investimenti su tali infrastrutture. Inoltre gli attuali progetti per le reti 4G non saranno realmente sfruttati al massimo delle loro potenzialità fino al 2025 circa.
Inoltre, i costi per l’implementazione del 5G saranno molto più alti rispetto a quelli per il 4G, a causa delle brevi distanze che i segnali possono percorrere. Senza escludere la necessità di una maggiore densità di apparecchiature per trasmettere i segnali. I costi di capitale sono astronomicamente elevati e i modelli di business che giustificherebbero questi investimenti sono ancora confusi.
Quando il 5G diventerà la rete dominante, ci si aspetta che sia il salto più trasformativo dall’evoluzione dalle reti 2G a 3G. Insieme ai progressi nel cosiddetto “edge computing” che spingerà più intelligenza verso i dispositivi finali, l’era del 5G viene pubblicizzata per la sua capacità di abilitare città intelligenti, fabbriche intelligenti, veicoli autonomi, streaming VR illimitato e altro ancora.
I punti di partenza più ovvi sono la velocità e lo spettro. Il pensiero iniziale è che il 6G mirerà a velocità di 1 terabyte al secondo. Sì, terabyte. Per ottenere quelle velocità, i segnali dovranno essere trasmessi al di sopra di 1 terahertz, rispetto all’intervallo misero di gigahertz in cui opera il 5G.
Ma operare in quella gamma nello spettro potrebbe richiedere ulteriori ricerche. Dai materiali, alle nuove architetture informatiche, progettazione di chip e nuovi modi di accoppiarlo con fonti di energia. La generazione e il consumo di energia incombono come ostacoli enormi, sia in termini di ambiente che di costo.
Come possiamo spostarci in un mondo in cui quasi ogni singolo oggetto prodotto raccoglie, analizza e trasmette costantemente dati senza fonti di energia rinnovabili e convenienti per garantire che non bruciamo il pianeta nel processo?
Allo stesso tempo, i ricercatori vogliono iniziare a delineare possibili casi d’uso e scenari futuri per la tecnologia. Mentre l’era del 5G dovrebbe rendere lo smartphone meno un fulcro della nostra vita di quanto non sia oggi, gli esperti ipotizzano che il 6G sarà un’era post-smartphone.
Con tutto ciò che può essere collegato, quasi ogni oggetto sarà guidato dai dati, con vere capacità di intelligenza artificiale una funzionalità standard e interfacce di realtà aumentata che si aprono quando necessario e poi scompaiono. La capacità di tutti gli oggetti di acquisire ed elaborare dati visivi sarà immensa e continuerà ad accelerare l’automazione e l’evoluzione dell’IA.
Ogni standard richiede all’incirca un decennio per svilupparsi, quindi la formalizzazione degli standard 6G è prevista per il 2029-2020. Secondo alcuni il mondo massimizzerà l’uso del 5G intorno al 2035. Quindi, con gli standard 6G e i dispositivi abilitati che verranno lanciati intorno al 2030, i tempi per questa transizione dovrebbero essere giusti.
Lo sviluppo del 6G
Il 5G è un fenomeno nuovo, eppure si parla da un po’ dell’epoca post-5G. In Europa è stata la Finlandia tra i primi Stati a muoversi nella corsa verso la nuova frontiera delle reti dati. L’Università finlandese di Oulu ha annunciato un programma di punta per la ricerca di materiali, antenne, software richiesti per il 6G l’anno scorso.
Vi è poi la Cina che ha già avviato diversi progetti di ricerca. Le società sudcoreane (Samsung e LG). Gli Stati Uniti e il Giappone.
Samsung lo scorso maggio 2019, aveva annunciato di aver dato avvio alle ricerche sulle reti di sesta generazione. La struttura principale dedicata all’attività di ricerca e sviluppo di Samsung è il nuovo centro di ricerca nato nell’ambito dell’Advanced Communications Research Center. Gestito da Samsung Research a Seoul.
Allo stesso modo LG ha attivato un centro di ricerca dedicato al 6G presso il KAIST Institute a Yuseong con lo scopo standardizzare e sviluppare la tecnologia del 6G.
La Commissione europea ha raccomandato una partnership di ricerca con importanti società di telecomunicazioni globali. Tra cui Nokia, Ericsson, Orange, Thales, Huawei, Telenor e Telecom Italia, tra le altre, su “Smart Networks and Services” che coprirà 5G e 6G fino al 2030.
La Federal Communications Commission degli Stati Uniti ha aperto lo spettro delle onde terahertz – coprendo le frequenze tra 95 GHz e 3 THz. Nella speranza che ciò “accelererà lo schieramento di servizi di informazione nello spettro sopra i 95Hz”.
La Cina ha incaricato i dipartimenti governativi di iniziare la ricerca e lo studio del 6G. Con 37 esperti di università, istituzioni scientifiche e industria privata che forniscono consulenza tecnica sul progetto. In Giappone il Ministero degli affari interni e delle comunicazioni istituirà a breve un comitato di ricerca sul 6G guidato dal Preside dell’Università di Tokyo, Makoto Gogami. E con la supervisione diretta del Ministro Sanae Takaichi.
Felicia Bruscino
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